Il sopralluogo ricognitivo dal punto di vista dell’Architetto Specialista
Sono davvero tante le volte in cui mi viene richiesto un sopralluogo ricognitivo per attestare lo stato dei luoghi e valutare l’intervento più adatto alla tutela del bene: purtroppo però il più delle volte questi sopralluoghi – che per noi professionisti richiedono tempo ed impegno – si risolvono in un nulla di fatto in quanto chi ci contatta non è ancora pronto a ricevere tutte le informazioni che stiamo per dare.
Sulla base della mia esperienza vi lascio alcuni consigli che spero vi possano tornare utili…
Prima di effettuare un sopralluogo è sempre bene avere chiaro cosa il potenziale cliente si aspetta da noi: vi suggerisco quindi di fare diverse domande e aspettare di ricevere le relative risposte.
In tal senso può rivelarsi utile redigere una sorta di questionario da sottoporre all’interessato prima del sopralluogo per individuare la corretta ubicazione del bene, le caratteristiche dello stesso, chiedendo di allegare le visure e le planimetrie catastali oltre alle foto (quando possibile).
In uno spazio bianco dedicato l’interessato dovrà scrivere cosa si aspetta da noi, che budget ha a disposizione e quali tempistiche ha in mente.
Se ci accorgiamo che a queste prime richieste l’interessato “storce il naso” abbiamo già il primo segnale che l’interessamento è parziale perché se chi ci contatta non è disposto ad investire una piccola parte del suo tempo per quale ragione dovremmo farlo noi?
In altri casi può capitare, invece, che il cliente sia fin troppo disponibile, ci sottoponga disegni progettuali “ben studiati” con soluzioni maturate sulla base del sentito dire con amici e parenti pseudo-architetti: anche in questo caso prestate la massima attenzione, ascoltate le richieste ma in via preliminare vi suggerisco di non dare soluzioni e/o risposte veloci.
Il nostro lavoro è frutto di anni di studio e non può ridursi a consulenze spot che non siano supportate da un’indagine approfondita del contesto.
Dopo avere raccolto le prime informazioni utili alla conoscenza del manufatto ed avere capito cosa ci si aspetta da noi, con quali fondi a disposizione e secondo quali tempistiche è possibile concordare il fatidico sopralluogo.
Il sopralluogo servirà a prendere visione diretta dei luoghi, sarà un momento di confronto con il potenziale cliente e in questa circostanza sarà possibile effettuare – se ritenuto utile – una campagna fotografica preliminare.
Se dal sopralluogo dovessero emergere differenze visive tra lo stato dei luoghi e i disegni già ricevuti è bene farlo notare subito al cliente, evidenziando la necessità di effettuare l’accesso agli atti amministrativi presso il comune di competenza allo scopo di visionare tutti i progetti pregressi. Questa attività è imprescindibile perché prima di partire con qualsivoglia attività progettuale è sempre bene verificare la conformità edilizia ed urbanistica dei luoghi.
In alcuni casi il cliente potrebbe sostenere di volersi occupare direttamente di questa verifica di conformità, recandosi personalmente in comune: nulla lo vieta a patto che sia davvero in grado di farlo e non lo faccia al solo scopo di risparmiare!
In ogni caso, dopo il sopralluogo e prima di procedere oltre conviene redigere un preventivo con indicazione delle spese tecniche e con l’elencazione di tutte le attività da fare: al preventivo, qualora accettato, farà seguito la stesura di una formale lettera di incarico con indicazione delle specifiche contrattuali che regolamenteranno il rapporto professionale tra architetto e committente.
Non si può prescindere né dal preventivo né dall’incarico: si tratta di due documenti utili ad entrambe le parti.
Se il potenziale cliente risponderà in maniera positiva a tutta questa serie di input avremo la ragionevole certezza che è davvero intenzionato a proseguire il rapporto con noi, se al contrario il meccanismo si inceppa prima, avremo (forse) la fortuna di non perdere tempo in attività non produttive.
Ricordiamoci sempre che il tempo è prezioso e merita il giusto riconoscimento!