I siti Unesco del patrimonio culturale subacqueo (I parte)

I siti Unesco del patrimonio culturale subacqueo (I parte)

Risale al 2001 la convenzione con la quale l’Unesco ha fissato i criteri di protezione del patrimonio culturale subacqueo allo scopo di salvaguardare i tesori che il mare ha inghiottito nei secoli.

Questo patrimonio comprende relitti di navi, grotte, città e civiltà sepolte: un’inestimabile testimonianza della storia passata che per secoli è rimasta indifesa dalla corrosione del mare e dal sciacallaggio di mercanti d’arte abusivi.

Nella convenzione si legge che per “patrimonio culturale subacqueo si intende ogni traccia di vita umana avente carattere culturale, storico o archeologico che sia stata sott’acqua per almeno 100 anni”. Lo scopo della convenzione è di mantenere in situ il patrimonio culturale conservandolo e monitorandolo sotto il mare quando non corre pericolo di danneggiamento e deterioramento grave; puntando alla sua valorizzazione attraverso interventi mirati di restauro sottomarino.

I nostri mari custodiscono un museo sommerso di antiche navi ricche di anfore, marmi, antiche città con mosaici, ville, terme e strade che in molti casi hanno trovato nei fondali marini la loro nuova sistemazione con un giusto equilibrio con l’ambiente circostante. L’intervento dell’uomo dovrebbe limitarsi alla salvaguardia dell’integrità dall’azione degli organismi biologici e da fattori chimici che contribuiscono al deterioramento irreparabile di queste bellezze.


Questa interessante tematica ruota attorno ad alcuni personaggi chiave della storia dell’archeologia subacquea, vediamo chi sono.

Primo tra tutto il professor Nino Lamboglia, fondatore dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri e nel 1957 dell’Archeologia subacquea moderna con le sue tecniche e metodologie, che annovera tra le sue ricerche archeologiche il ritrovamento del relitto di Albenga con il ritrovamento di numerosissime anfore di epoca romana e lo studio minuzioso del percorso della via romana Emilia Scauri.

Altro esponente di rilievo è Duilio Mercante, padre della didattica subacquea italiana artefice dell’idea di posizionare una statua di Cristo sul fondale marino per celebrare i morti in mare, siamo di fronte al Cristo degli abissi nei pressi di San Fruttuoso di Camogli posto ad una profondità di 18 metri.

Ed infine Sebastiano Tusa siciliano, ideatore nel 2004 della Soprintendenza culturale del mare.


L’antica Baia, metropoli residenziale di età romana

Cinque metri sotto il livello del mare si trova Baia, l’antica metropoli residenziale di epoca romana imperiale della quale Orazio scriveva “Nulla al mondo è più splendente dell’ameno golfo di Baia“.

Questo spettacolare sito rappresenta un esempio molto importante di come l’Unesco voglia proteggere la storia archeologica e naturalistica subacquea: la sua scoperta è avvenuta in varie fasi e rappresenta la complessità del territorio dei Campi Flegrei con i suoi fenomeni del brandisismo. Secoli successivi Sant’ Agostino scriveva “Una città dalla vita oziosa e sfarzosa” già il suo nome deriva dalla figura di Baios, il nocchiero di Ulisse.

Nel 1969 a Punta Epitaffio vengono scoperte nel fondo del mare due statue di pregevole qualità scultorea e nel 1981 ulteriori scavi subacquei hanno riportato alla luce altre statue tra le quali quella di Dioniso e di imperatori tra i quali Claudio del quale si ricorda il meraviglioso ninfeo le cui opere scultoree sono state traslate all’interno del Museo archeologico del Castello Aragonese.

[immagine estratta dal sito napoli-turistica.com]


Il Cristo degli Abissi nella baia di San Fruttuoso di Camogli

Diciotto metri sotto il livello del mare nella baia di San Fruttuoso di Camogli è possibile ammirare in tutto il suo suggestivo splendore il Cristo degli abissi una statua alta due metri e mezzo realizzata dall’artista Guido Galletti  da un’idea di Duilio Marcante per onorare le vittime del mare.

Nel 2003 la statua è stata oggetto di un interessante intervento di restauro per difenderla dalla corrosione e dalle incrostazioni marine; da anni il valore di questa opera d’arte è diventato enorme ed è il simbolo degli amanti delle immersioni.

Posto all’interno dell’area naturale marina protetta di Portofino, il Cristo degli abissi con le sue braccia aperte rappresenta la pace del Figlio di Dio che accoglie le vittime del mare in tono di riconciliazione per mantenerne sempre vivo il ricordo.

[immagine estratta dal sito viaggiamo.it]


Il nostro viaggio continua a breve online la II parte dell’articolo di Patrizia Vulpes

 

 

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