Sentieri, mulattiere e capezzagne: linee guida per il recupero
I paesaggi rurali (specie quelli piemontesi) sono caratterizzati dalla presenza di una suggestiva rete di percorsi situati lungo il perimetro delle aree coltivate.
Molti sentieri che si snodano in mezzo a vigne, campi, noccioleti e boschi, sono ormai in disuso e risultano spesso impraticabili, sia perchè sostituiti da nuovi percorsi carrabili, sia per il venire meno della funzione agricola e selvicolturale, dovuta, in certe zone, all’abbandono dei territori agricoli. I sentieri rappresentano una rete di percorsi paesaggisticamente suggestivi che, opportunamente valorizzati possono diventare un punto di forza dell’offerta turistica sostenibile del territorio.
In base alla tipologia e alla collocazione i sentieri possono essere sterrati o pavimentati con elementi in pietra reperita in loco, quando il sentiero si adatta alla circolazione di animali da soma diventa mulattiera (tipica delle regioni montagnose o ad alta concentrazione agricola).
La mulattiera è fondamentalmente un percorso in terra battuta, sterrato o roccia levigata a volte fiancheggiato o protetto da muretti realizzati a secco con pietre e sassi trovati sul luogo, o direttamente scavato nella roccia. Il suo percorso non è agevole da percorrere a piedi o con bicicletta date le pendenze e le asperità presenti. La mulattiera, oggi sempre meno presente, serviva sia come via di collegamento a cavallo tra i vari appezzamenti terrieri che al transito del bestiame (il termine “mulattiera” deriva proprio da mulo).
Nelle zone altamente produttive, come quelle coltivate a vigneto, oltre ai sentieri è diffusa la presenza delle “capezzagne” che contribuiscono a disegnare il paesaggio dei vigneti: poste in senso ortogonale ai filari possono essere sterrate, talvolta inerbite e permettono l’accesso agli spazi tra i filari e le manovre di svolta dei mezzi agricoli e, date le loro dimensioni disegnano sul territorio, in modo netto, i confini dei vigneti. Si tratta in sostanza di superfici improduttive ma funzionali alla gestione delle colture e che hanno un elevato valore paesaggistico.
Galleria fotografica con individuazione di alcuni suggestivi percorsi paesaggistici
Sia i sentieri che le capezzagne sono periodicamente soggette a operazioni di manutenzione, proprio in quanto si tratta di elementi strettamente necessari all’agevole svolgimento dell’attività agricola meccanizzata. Analoga situazione si riscontra per i sentieri inseriti in percorsi turistici che sono frequentemente utilizzati.
La valorizzazione dei circuiti turistici pedonali attraverso sentieri e capezzagne è favorita dalla presenza, lungo i percorsi, di elementi di elevata qualità paesaggistica (vigneti, punti panoramici, flora, ecc.) e di aspetti dell’ambiente naturale e antropizzato.
In funzione della collocazione del percorso si possono riconoscere diversi tipi di tracciati:
- percorsi di crinale, posti lungo le linee di spartiacque, che sono quelli che offrono maggiori possibilità rispetto alle visuali sul paesaggio;
- percorsi di costa che seguono tendenzialmente le curve di livello del terreno e si snodano lungo i fianchi delle colline;
- percorsi di collegamento fra monte e valle, posti generalmente sulla parte convessa dei rilievi collinari, lontano dalle linee di compluvio dove si raccoglieva l’acqua piovana;
- percorsi di fondovalle, lungo i corsi d’acqua.
I percorsi di costa, in particolare, come di solito tutti i tracciati incisi nel suolo, sono generalmente delimitati da scarpate naturali o da muretti in pietra a secco di controripa e sottoscarpa che definiscono, a monte e a valle, il tracciato dei percorsi.
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Per approfondimenti:
Manuale per il recupero, la tutela e la salvaguardia del patrimonio naturale e degli elementi tipici del territorio, G.A.L. Langhe e Roero Leader
Manuale per il recupero e la valorizzazione dei patrimoni ambientali rurali, G.A.L. Valli del Canavese