Nell’area del Parco delle Capanne di Marcarolo il bellissimo borgo di Lerma
La possibilità di scaricare su questo portale le nuove Linee guida per la conservazione e il recupero dell'architettura rurale e il paesaggio del Gal Borba, ha motivato la scelta di presentare, anche con pochi cenni storici, i 58 comuni facenti parte di questo territorio. In questo articolo parliamo di LERMA in provincia di Alessandria.
Lerma è un bellissimo borgo rurale del comprensorio ovadese, sito all’interno del meraviglioso Parco delle Capanne di Marcarolo insieme agli altri comuni alessandrini di Bosio, Casaleggio Boiro, Fraconalto, Mornese, Tagliolo Monferrato e Voltaggio.
Le prime notizie documentali risalgono al 1184 durante un atto di disponibilità del castello ad Alessandria.
Nei secoli divenne feudo della Repubblica di Genova, della famiglia Della Volta e dei potenti Doria fino al 1384 data nella quale fu venduto al comune di Genova. Gli Spinola, che tennero il feudo per più di un secolo dal XV al XVII secolo, nel 1473 ufficializzarono l’entrata di Lerma nel Monferrato.
Nel 1649 Lerma fu teatro di una disputa tra gli spagnoli e gli Spinola, gli abitanti tennero in smacco per parecchio tempo gli spagnoli prima della resa.
Nel XVIII secolo divenne territorio dei Savoia.
Tra le principali emergenze di valenza architettonica è visibile il ricetto con annesso Castello del XV secolo voluto dalla famiglia Spinola. Il castello ha un perimetro a pentagono irregolare e la torre quattrocentesca nei secoli è stata trasformata nell’abside dell'attuale parrocchiale.
Da visitare è anche la parrocchiale di San Giovanni Battista, ad una sola navata risalente al XV secolo al cui interno sono conservati affreschi del XVII secolo raffiguranti il Battesimo di Gesù ed una tavola del XIV secolo raffigurante una Vergine con Bambino; inoltre custodisce due sculture di legno del Maragliano e numerose urne con le reliquie di vari martiri sorvegliate con misure di sicurezza.
Dal 1987 Lerma è la sede del Museo storico dell’oro italiano, che contiene all’interno studi su giacimenti e miniere della Val Gorzente, della Val Orba e di altre zone d’Italia effettuati dal geologo Giuseppe Pipino.
Di particolare interesse è il santuario di Nostra Signora delle Rocchette più conosciuto con il nome di Nostra Signora delle Grazie ubicato a strapiombo sulla vallata, datato XIII secolo; in origine era il luogo di sosta per i viandanti attraverso la via del sale, nei secoli è stato ampliato soprattutto durante gli anni della famiglia Spinola.
Nascosti tra i vigneti si possono ammirare i resti della torre di Albarola voluta dal re d’Italia Berengario II nel 950 come luogo di avvistamento per evitare attacchi nemici.
Infine di rilevanza la Pieve di San Giovanni al Piano già oggetto di un contributo al quale si rimanda.