Nella Valle dell’Orba sul confine ligure il piccolo comune di Molare
La possibilità di scaricare su questo portale le nuove Linee guida per la conservazione e il recupero dell'architettura rurale e il paesaggio del Gal Borba, ha motivato la scelta di presentare, anche con pochi cenni storici, i 58 comuni facenti parte di questo territorio. In questo articolo parliamo di MOLARE in provincia di Alessandria.
Nella Valle dell'Orba sul confine ligure si trova il piccolo comune di Molare che, dopo il dominio romano, è stato feudo degli Aleramici e dei Marchesi del Bosco. In epoca rinascimentale è passato sotto il Ducato dei Gonzaga e successivamente è stato annesso al Regno sabaudo.
Tra le principali emergenze artistico ed architettoniche da segnalare abbiamo, anzitutto, la Parrocchiale di Nostra Signora della Pieve in stile barocco che custodisce al suo interno pregevoli pitture murali realizzate dai fratelli Ivaldi intorno al XIX secolo.
Di gusto neoclassico l'ottocentesco Palazzo Tornielli al cui interno sono conservati affreschi di Ignazio Tosi (oggi utilizzato come location per matrimoni, ricevimenti ed eventi).
Il Castello Gaioli Boidi poi Chiabrera risale al XVI secolo, ex casa rurale ha subito negli anni rivisitazioni ed ampliamenti con l'aggiunta di un nuovo giardino (e l'impianto di diverse essenze oggi secolari), dello scalone di ingresso, di una citroniera e di un salone di ricevimento. Al suo interno sono conservati affreschi di Pietro Ivaldi detto il Muto (che qui lavorò in concomitanza con la realizzazione delle decorazioni della Parrocchia). Le principali modifiche esterne risalgono, invece, alla seconda metà dell'Ottocento e riguardano la modifica delle merlature sommitali e la sopraelevazione delle torri, interventi che rievocano il filone del restauro archeologico di Alfredo D'Andrade.
Di particolare rilevanza è la Pieve di Santa Maria di Campale in stile romanico con un piccolo campanile a vela, ad una sola navata possiede pavimenti in cotto ed ospita ciò che rimane di affreschi del XV e XVI secolo tra i quali una Madonna del Latte.
PIEVE DI CAMPALE (a sinistra) Veduta d'insieme della facciata (a destra) Particolare dell'affresco absidale dopo il recente restauro (FONDI GAL).
In località Madonna delle Rocche sorge il santuario omonimo che è stato oggetto di un dettagliato articolo (al quale si rimanda).
Si segnala, infine, l'importanza della Diga dello Zerbino alta quasi 50 metri, nata come sbarramento del torrente Orba per alimentare una centrale idroelettrica durante gli anni Venti.
La diga è però famosa per essere stata scenario di una tragedia sul lavoro: un disastroso crollo provocato dall’eccessiva pioggia portò alla morte di 111 persone, dopo questo tragico evento è diventata monumento alla memoria di coloro che sono morti e del fatto che a posteriori si giunse a conclusione dell'inidoneità del sito sul quale era stata costruita.