Nel Monferrato astigiano il borgo ben protetto di Castel Rocchero
La possibilità di scaricare su questo portale le nuove Linee guida per la conservazione e il recupero dell'architettura rurale e il paesaggio del Gal Borba, ha motivato la scelta di presentare, anche con pochi cenni storici, i 58 comuni facenti parte di questo territorio. In questo articolo parliamo di CASTEL ROCCHERO in provincia di Asti.
Sulle colline dalle quali si dominano le Alpi marittime e lombarde e tutto il Monferrato astigiano troviamo il borgo ben protetto di Castel Rocchero.
Patria del Barbera, del Moscato, del Brachetto e del Dolcetto, il paesaggio di Castel Rocchero è caratterizzato da magnifici filari di vite attorno ai quali si sviluppano rinomate aziende vitivinicole.
Deve la sua origine alla strada di transito tra Acqui e la Valle Belbo ben controllata per svariati secoli attraverso il castello e l’imponente cinta muraria i cui resti furono visibili fino al XIX secolo. I primi documenti storici datati 967 introducono il periodo del dominio del marchese Aleramo, vassallo dell’imperatore Ottone e fondatore della dinastia dei marchesi del Monferrato.
Nel XIV secolo il feudo di Castel Rocchero passò nelle mani del marchese di Incisa e successivamente in quelle della ricca famiglia astigiana degli Scarampi.
Durante la disputa con Acqui per l’uso dei boschi, gli acquesi incendiarono le case del borgo (1495).
Dopo secoli di passaggi tra famiglie nobili del luogo per la giurisdizione del feudo, nel 1833 il dominio politico passò nelle mani dei conti Blesi, antica famiglia acquese. L’antico maniero del XII secolo eretto dai marchesi del Monferrato e rimaneggiato dagli Scarampi, fu incendiato durante la disputa con Acqui del XV secolo; sullo stesso luogo fu costruito l’attuale palazzo comunale in stile secentesco.
La facciata è costruita da un balcone in pietra e muratura con mattoni a vista; all’interno conserva vari tipi di soffitti con volte a crociera, a botte e a vela che richiamano le strutture originali, al contrario il resto del palazzo possiede elementi di epoca moderna.
Da segnalare anche la Chiesa di Sant’Andrea Apostolo la cui data di ultimazione e consacrazione risale al 1905 mentre datata 1924 è la torre campanaria. Le pitture murali della volta, delle pareti e delle cappelle risalgono agli anni Trenta del XX secolo e sono opera del pittore Lorenzo Laiolo. L’aula centrale della chiesa misura circa 30×10 mt, l’altezza interna (da terra alla volta) è di circa 14 metri. La facciata è in stile neoclassico, l’interno a navata unica conserva pregiati stucchi e tele oltre ad affreschi e quadri tra i quali una pala d’altare raffigurante il martirio di Sant’Andrea opera del maestro Pietro Ivaldi detto il Muto risalente al XIX secolo.
Sia gli apparati decorativi pittorici e plastici della facciata che quelli interni sono stati oggetto di restauro conservativo tra il 2009 e il 2010 ad opera della Gazzana Restauri Srl di Acqui Terme.
Di particolare e singolare pregio sono anche i manufatti lignei interni: il portone di ingresso e la tribuna della cantoria. Il portone ligneo di ingresso della Parrocchiale, databile intorno al XX secolo è contenuto all’interno di un portale lapideo raccordato ad un timpano modanato a sua volta racchiuso all’interno di una modanatura arcuata. Questa struttura è circoscritta all’interno di un portale di maggiori dimensioni (ordine gigante) caratterizzato dalla presenza di quattro colonne doriche binate che sorreggono un timpano curvilineo. Il portone ligneo è a due ante simmetriche che possono aprirsi ad altezza uomo o a doppia altezza, l’intera struttura è decorata con un disegno a comparti geometrici. La parte inferiore del portone presenta una pannellatura che funge da zoccolo.
All’interno dell’aula centrale della Chiesa di trova, invece, la tribuna della cantoria lignea collocata in corrispondenza della controfacciata della chiesa e dei lati dell’aula, completata da una bussola che contiene l’organo. Il parapetto della cantoria è abbellito da una decorazione policroma che alterna in comparti geometrici una serie di quadri raffiguranti putti, alla quota del piano di calpestio della cantoria si eleva la bussola dell’organo, caratterizzato da semplici decorazioni geometriche e floreali a riquadri.
Anche i manufatti lignei interni sono stati oggetto di restauro conservativo nel 2011 ad opera della Gazzana Restauri Srl di Acqui Terme.
Dal 2014 il Comune di Castel Rocchero ricade in buffer zone (cd. zona tampone) e fa parte della Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità (UNESCO) iscritta come "I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato”.
[Si ringrazia il Restauratore Domenico Gazzana per le informazioni e le immagini fotografiche fornite].