L’antica tradizione decorativa Mudéjar e gli influssi sul nostro territorio

L’antica tradizione decorativa  Mudéjar e gli influssi sul nostro territorio

In questo articolo parlerò di uno stile di trazione moresco-ispanica chiamato Mudejar che trova esempi anche nel nostro paese, in particolare a Genova con riferimento alle ceramiche azulejos di cui ho già avuto modo di parlare in un vecchio articolo di ottobre 2016 dal titolo "L’antica tradizione decorativa degli Azulejos e alcuni casi illustri a Genova". 

Il termine spagnolo Mudejar significa  "reso domestico, ritardatario, che ha avuto il permesso di rimanere" e sta ad indicare quella parte di musulmani che rimasero a vivere nella penisola iberica durante il periodo della “Riconquista Cristiana” terminata nel 1492 con la caduta del Sultanato di Granada.

L’arte Mudejar prende spunto da questo termine ed unisce allo stile cristiano elementi di origine araba: tra i suoi monumenti più emblematici l’Alcazar di Siviglia del XIV secolo, un palazzo reale dichiarato patrimonio Unesco caratterizzato dalla presenza di un soffitto a cassettoni dorato davvero suggestivo.

In Spagna si conservano numerosi edifici mudéjar di genere religioso e civile: cappelle cristiane, sinagoghe ebraiche e palazzi reali che integrano elementi romanici e gotici nel disegno delle piante, ma anche tratti tipici dell’arte andalusa come archi a sesto acuto, fregi e soffitti in legno e soprattutto il mattone, gli stucchi e la ceramica come materiale da costruzione invece della pietra.

L’arte Mudejar costituisce un insieme di espressioni artistiche tra le quali quella su cui mi voglio soffermare è la ceramica ispano-moresca molto diffusa dal XII al XVI secolo con riflessi metallici conosciuta come azulejos con disegni su vasi, piatti, vasche, ecc… L’azulejos è un tipico ornamento dell’architettura portoghese e spagnola consistente in una piastrella di ceramica non molto spessa, con una superficie smaltata e decorata; nasce in Spagna attorno al XIII secolo e deriva da un termine arabo che significa “piccola pietra lucidata” nel quale il metodo della lucidatura era originaria dell’Egitto. Tradizionalmente la piastrella ha una forma quadrata anche se in alcune decorazioni ha forme differenti, è il successore degli Alicatados, rivestimenti piastrellati geometrici per pavimenti, pareti e soffitti che furono portati nella penisola iberica dagli arabi.

I vasai, sotto l’influenza musulmana, producevano lastre di argilla liscia smaltata e colorata ritagliate con pinze generalmente per pavimenti e rare volte per superfici parietali. Per evitare che nell’esecuzione e nella cottura gli smalti si mischiassero, il contorno del disegno era fatto a pennello con una tinta nera mischiata a grasso o qualche volta ad olio di lino; dopo la cottura i contorni apparivano secchi in contrasto con gli smalti che erano brillanti ed in rilievo. Questa tecnica era chiamata a “corda seca” successivamente fu utilizzato uno stampo quasi sempre di legno per contornare il disegno in rilievo stampato sull’argilla ancora fresca; lo stampo lasciava delle linee incise che nella prima cottura indicavano la traccia da percorrere con il pennello di contorno (corda seca con solchi).

Durante il XV secolo vennero influenzati dalle maioliche rinascimentali con motivi grotteschi, guerre e mitologici; nel XVII/XVIII secolo gli azulejos presero i loro caratteristici colori bianco e blu.

Nei secoli successivi questo particolare stile artistico incominciò un lento ed inesorabile declino però le bellezze che possiamo ammirare tutt’oggi, tanto per citare dei capolavori come l’Alhambra Granada e parti del Parco Güell del Gaudí Barcellona in Spagna, ci danno l’idea di tutto il lavoro che sta alla base di quest’arte decisamente inserita nel patrimonio mondiale dell’Unesco. 

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