“Miglioramento” e “Adeguamento” antisismico: quali le principali differenze?
L’ultimo grave terremoto che ha colpito le Marche lo scorso 24 agosto 2016 oltre al grave lutto per la scomparsa di numerose giovani vittime ha riportato l’attenzione sull’importanza della prevenzione e della messa in sicurezza in funzione antisismica degli edifici. Si è anche sentito molto parlare di miglioramento ed adeguamento antisismico ma quali sono le differenze?
Il capitolo 8 delle NTC (2008) tratta delle “costruzioni esistenti” che sono poi la stragrande maggioranza dei nostri edifici evidenziando l’elevata vulnerabilità (sismica e non solo) di queste costruzioni e nel contempo il loro alto valore storico-artistico-architettonico e documentale che rende molti edifici esempi importanti dell’architettura italiana. Risulta pertanto difficile definire delle regole generali comuni di intervento soprattutto perché ci troviamo difronte ad edifici tipologicamente diversi, costruiti in maniera diversa, con materiali diversi e soprattutto oggetto negli anni di reiterate azione manutentive spesso anche poco conservative.
Le NTC 2008 sulle costruzioni esistenti introducono novità importanti in materia di adeguamento e miglioramento antisismico e di intervento locale anche per azioni non sismiche. Occorre anzitutto precisare che per “costruzione esistente” si intende quella che abbia, alla data della redazione della valutazione di sicurezza e/o del progetto di intervento, la struttura completamente realizzata. La valutazione della sicurezza ed il progetto degli interventi sono normalmente affetti da un grado di incertezza diverso, non necessariamente maggiore, da quello degli edifici di nuova progettazione.
L’esistenza di fatto della struttura comporta la possibilità di determinare le effettive caratteristiche meccaniche dei materiali e delle diverse parti strutturali. Nelle costruzioni esistenti è cruciale la conoscenza della struttura (geometria e dettagli costruttivi) e dei materiali che la costituiscono (calcestruzzo, acciaio, mattoni, malta). È per questo che viene introdotta un’altra categoria di fattori, i “fattori di confidenza”, strettamente legati al livello di conoscenza conseguito durante le indagini conoscitive.
Per valutazione della sicurezza si intende quel procedimento quantitativo volto a stabilire se una struttura esistente è in grado di resistere alle combinazioni delle azioni di progetto contenute nelle norme, oppure determinare l’entità massima delle azioni che la struttura è capace di sostenere, con i margini di sicurezza richiesti dalle norme, definiti dai coefficienti parziali di sicurezza sulle azioni e sui materiali. Lo Stato limite di collasso viene considerato solo per costruzioni in calcestruzzo armato.
Per interventi di adeguamento antisismico si intendono quelli atti a conseguire i livelli di sicurezza previsti dalle norme (2008) mentre per interventi di miglioramento si intendono quelli atti ad aumentare la sicurezza strutturale esistente, pur senza necessariamente raggiungere i livelli richiesti dalle presenti norme (2008) infine, per riparazioni o interventi locali si intendono quelli che interessano elementi isolati e che comunque comportano un miglioramento delle condizioni di sicurezza.
Gli interventi di adeguamento e miglioramento devono essere sottoposti a collaudo statico.
Sui beni del patrimonio culturale vincolato devono essere applicate le “Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le costruzioni”. Tali linee guida sono adottabili per le costruzioni di valenza storicoartistica, anche se non vincolate.