L’importanza dell’artigianato locale: la lavorazione del velluto a Zoagli (Ge)

Dopo un’interessante visita a Palazzo Bianco a Genova dove è possibile trovare una sezione in cui sono esposti abiti antichi, merletti, damaschi, velluti di raffinata pregevolezza databili tra il XVII ed il XIX secolo per ricordare un'arte nobile che vive tutt'oggi, ho deciso di dedicare un mio piccolo contributo a questo argomento per fare conoscere a tutti l’importanza della conservazione di queste antiche tradizioni.

 

Zoagli è un piccolo borgo nella riviera ligure di Levante tra Rapallo e Chiavari ubicato nel Golfo del Tigullio, apprezzato per la scogliera a ridosso del mare e per le sue mulattiere con percorsi molto suggestivi. La sua importanza è legata alla storia ed alla tradizione del suo artigianato che nei secoli ha permesso alle sue seterie di essere conosciute in tutto il mondo soprattutto per la lavorazione manuale dei velluti. La tradizione nasce a fine medioevo quando Genova diviene la capitale mondiale della produzione tessile con riconoscimento ufficiale nel 1432 e la costituzione della corporazione dell'arte della seta; grandi navi arrivavano nel porto della Repubblica genovese trasportando questa preziosa merce per il commercio con le regge, le ville ed i palazzi di tutta Europa.

Quando Zoagli nel XV secolo viene annessa alla Repubblica di Genova incomincia la sua preziosa produzione dei velluti con importanti creazioni di straordinaria capacità tecnica riconosciuta in tutto il mondo. L'abito era considerato un simbolo molto importante perché metteva in risalto l'appartenenza ad una classe sociale; la produzione entra non solo negli abiti ma anche negli arredi delle dimore delle famiglie nobili per impreziosire i saloni dei re e dei principi tra cui Enrico VIII.  Al punto che la Repubblica di Genova si vede costretta ad emanare leggi specifiche per porre un limite ed un freno allo sfarzo: in questo contesto si diffonde l'uso del velluto liscio nero a volte impreziosito da decorazioni dorate oppure da ricami e pizzi per rendere più lucente il tessuto,

La lavorazione dei filati avveniva attraverso antichi telai in legno ancora esistenti nelle seterie in funzione a Zoagli; i tempi di lavorazione erano lunghi dalla tintura alla preparazione dei rocchetti, dall'orditura del telaio alla tessitura, elaborando magnifici disegni con tinte lussureggianti per impreziosire gli abiti delle dame oppure gli arredi delle ville o dei palazzi nobiliari. Esistevano principalmente due tipi di velluto quello liscio in cui si esaltava la compattezza del vello e la lucentezza dei colori e quello cesellato ad uno o più colori. Con l'evolversi delle mode vengono introdotti nuovi tipi di tessuti tra cui i damaschi, ottenuti utilizzando filati di seta in cui risalta un disegno di contrasto tra lucido ed opaco attraverso una tecnica di lavorazione del raso, un tessuto fine, lucido; il risultato sono disegni stilizzati o floreali di bellissima fattezza.

Altri caratteristici e pregiati tessuti sono i lampassi di origine antichissima, con motivi neoclassici come figure grottesche abbinate a composizioni floreali o animali; oppure l'ormesino, un tessuto leggero in seta utilizzato specialmente per abiti e veli.

Nel '500 prevale il classico velluto lineare, nell'800 predominano motivi floreali fino ad arrivare al XX secolo con disegni geometrici stile Déco; al filato di seta prezioso e raffinato si affiancano fili in oro o argento per rendere più sfarzoso l'abito per ogni evento o cerimonia. Tra le seterie più rinomate quella della Famiglia Cordani che dal 1849 realizza a mano su antichi telai in legno la propria produzione di velluti lisci, vestendo tra gli altri J.F. Kennedy. Altro laboratorio artigianale quello della Famiglia Gaggioli, che produce attraverso i suoi telai a mano oltre a camicie in seta, delicati damaschi e velluti da effetti cromatici meravigliosi, morbidi che uniscono un gusto raffinato ad una minuziosa tecnica.  L'arte del damasco, del velluto e della seta è una tradizione importante e preziosa per la cittadina di Zoagli e non solo.

 

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