Tra le valli Orba e Bormida l’incantevole borgo rurale di Trisobbio
La possibilità di scaricare su questo portale le nuove Linee guida per la conservazione e il recupero dell'architettura rurale e il paesaggio del Gal Borba, ha motivato la scelta di presentare, anche con pochi cenni storici, i 58 comuni facenti parte di questo territorio. In questo articolo parliamo di TRISOBBIO in provincia di Alessandria.
Trisobbio situato nell’ovadese tra le valli Orba e Bormida è dominato dal suo imponente castello a difesa del territorio.
Le prime documentazioni storiche risalgono al 1040 con il nome di Trexoblo nelle quali risulta annesso alle proprietà del monastero acquese di San Pietro. Fu feudo degli aleramici marchesi del Bosco e successivamente di famiglie in comproprietà con il Comune di Genova; nei secoli ebbe vari passaggi di proprietà dai Malaspina ai Boccaccio di Acqui agli Spinola di Genova fino al XVIII secolo data in cui tutto il Monferrato venne consegnato dall’imperatore austriaco Giuseppe d’Asburgo a Vittorio Amedeo di Savoia.
La visita artistica incomincia con il Palazzo Rossi Dogliotti che dal 1932 è sede comunale, da ammirare il loggiato e all’interno delle cantine un torchio del XIX secolo ben conservato.
Il castello con la sua suggestiva torre merlata sono il frutto di un importante intervento di restauro cosiddetto filologico risalente al XX secolo ad opera dell’architetto Alfredo D’Andrade su commissione del marchese Spinola.
In una delle borgate è sita la Chiesa di San Giovanni Battista risalente all’ XI secolo come si evince da un lavoro preparatorio di un affresco di San Bovo rappresentato con la spada e l’effige di un bue sulla bandiera.
Di valore naturalistico sono la sorgente del Sambuco, una fonte naturale che sgorga da una roccia di travertino ed il noce di San Giovanni, un albero secolare la cui storia è legata alla leggenda di un soldato che in questo luogo avrebbe nascosto un tesoro.
Infine la parrocchiale di N.S. dell’Assunta con l’annesso oratorio del Santissimo Crocifisso. Non si hanno documentazioni precise sul periodo della costruzione dell’edificio sacro esiste una data quella del 1398 secondo la quale la chiesa sarebbe stata sottoposta ad importanti lavori di restauro. La struttura attuale in stile barocco conserva all’interno affreschi di notevole pregio dei fratelli Pietro e Tommaso Ivaldi dedicati alla Madonna, a vari Santi tra i quali Giovanni Battista, Francesco d’Assisi, Carlo Borromeo e alle sante Chiara e Caterina da Siena (XVII secolo). Inoltre da ammirare un meraviglioso organo con oltre 1300 canne dei maestri Serassi di Bergamo. L’annesso oratorio conserva affreschi sempre degli Ivaldi tra i quali un medaglione raffigurante l’Epifania e dipinti della Sacra Famiglia di Michele Beccaria.