Le cave di Visone (Al) e il progetto di restauro di Fornace Canepa – Ia parte –
Al confine tra Piemonte e Liguria dove le colline del Monferrato lasciano spazio all'Appennino ligure, troviamo luoghi di importante interesse naturalistico ed escursionistico che nel 2012 sono entrati a far parte di un progetto di tutela e riscoperta del territorio.
In particolare nel tratto che da Visone porta ad Acqui Terme la presenza di cave per l’estrazione della calce ha spinto gli studiosi ad ipotizzare all’incirca 18-20 milioni di anni fa la presenza del mare in queste zone, mare che nei secoli ha iniziato progressivamente a ritirarsi fino a sparire del tutto.
L’impiego di queste cave risale all’epoca romana quando si ha testimonianza del fatto che lo strato bianco della roccia veniva estratto per la produzione della calce mentre quello nero era utilizzato per la pietra da taglio.
Le due più importanti cave della zona sono le cave Zanoletti e Canepa che ebbero il massimo splendore in termini di funzionamento ed utilizzo tra il 1950 ed il 1970 con un distinguo fondamentale: mentre la ditta Canepa mantenne sempre metodi di estrazione tradizionali con l’uso di carri e cavalli per il trasporto del materiale semifinito, la ditta Zanoletti si avvalse presto di mezzi meccanici, ricorrendo al taglio industriale. Entrambe le ditte entrarono progressivamente in declino sul finire degli anni Ottanta.
Attraverso un progetto di valorizzazione delle tradizioni storiche e produttive è stata sancita la nascita ufficiale dell'Ecomuseo della Pietra e della Calce di Visone che da subito ha messo in evidenza il significato archeologico ed architettonico di questo prezioso materiale (diffusamente utilizzato nel territorio, si pensi a molti edifici del centro storico di Acqui Terme e alla vicina Villa Ottolenghi in Borgo Monterosso).
Risale al 2009/2010 il progetto di recupero della Fornace Canepa promosso dal Comune di Visone il cui scopo era quella di evidenziare l’importanza di un insediamento paleontologico di estrema importanza per tutto il territorio del Monferrato e contestualmente del lavoro umano direttamente connesso all’insediamento produttivo. Nella relazione di progetto venivano illustrati gli obiettivi e le finalità dell’azione ed anche i risvolti che l’intervento avrebbe portato al Comune e all’area della cava, pensata e progettata per diventare un museo all’aperto fruibile da tutti.
Purtroppo, come spesso capita, il progetto è rimasto fine a sé stesso e ad oggi l’intervento in previsione non è mai stato realizzato (per ragioni burocratiche e politiche) mentre il degrado di ciò che resta della Fornace Canepa continua incurante del tempo, portando via con sé un pezzo di storia e di cultura del nostro territorio.