La storica dimora nobiliare di Villa Durazzo Pallavicini nel quartiere di Genova Pegli

La meravigliosa VILLA DURAZZO PALAVICINI col suo splendido PARCO dopo gli ultimi lavori di restauro è stata finalmente riaperta al pubblico.

La villa, storica dimora nobiliare, è sita nel quartiere residenziale di Genova Pegli ed è di proprietà del Comune. Il suo parco di quasi dieci ettari comprende il giardino botanico intitolato alla marchesa Clelia Durazzo, botanica e facente parte di una delle famiglie proprietarie della tenuta. Il palazzo in stile neoclassico è il rifacimento di una struttura preesistente del Settecento della famiglia Grimaldi, ad uno degli eredi Grimaldi andò in sposa Clelia Durazzo, botanica di fama internazionale che a fine XVIII secolo fece realizzare il giardino di indubbio valore.

La struttura architettonica attuale della villa viene progettata nel XIX secolo da un nipote della marchesa, IGNAZIO PALLAVICINI il quale vuole creare un polo artistico e culturale aperto a tutti con l’intento di unire una chiave scientifica ad una parte meditativa e filosofica. Nel 1928 la villa ed il parco vengono donati dagli eredi al Comune di Genova con la clausola di destinare la struttura ad uso culturale e di lasciare il parco aperto al pubblico; dal 1936 il palazzo ospita il Museo di Archeologia ligure. Dalla metà del XX secolo ad oggi la tenuta ha dovuto sostenere lavori di sistemazione e di restauro per riportare questo magnifico luogo a degna eleganza. Il palazzo è stato realizzato su progetto dell'architetto Stefano Canzio, pittore e scenografo genovese; è articolato su quattro piani con un’ampia terrazza panoramica.

Le decorazioni interne sono in stile neoclassico anche se non mancano parti settecentesche con decorazioni a tempera e stucco di alcune sale. La parte che indubbiamente affascina di più è il parco realizzato dallo stesso Canzio tra il 1840 e il 1846, considerato uno dei più bei giardini romantici dell’Ottocento; è stato concepito come una scenografia teatrale con un percorso narrativo diviso in tre atti. Si snoda su sentieri in cui si unisce la parte architettonica neoclassica e neogotica con simbologie allegoriche alla parte naturalistica con palme, piante erotiche, lecci ed allori. All’inizio del percorso si ha un prologo costituito da un piccolo edificio neoclassico decorato con statue ed archi incastonato in un viale di lecci ed allori. La prima parte dello spettacolo con soggetto la Natura crea un ambiente di pace e tranquillità in mezzo ai boschi ed alla campagna; in questa zona troneggia una collezione delle più antiche camelie. Tra i pini marittimi si snoda il secondo atto col piazzale dei giochi meccanici a cui segue una scenografia storica medievale, con cappelle gotiche, il castello, il mausoleo, tombe di eroi ed una casa colonica, che ricorda il mondo cavalleresco. Infine il terzo atto rappresenta la purificazione con grotte buie ed un sentiero tortuoso immagine degli inferi attraverso cui si giunge ad un grande lago, raffigurante il Paradiso. Al centro del lago si erge maestoso il tempietto neoclassico dedicato a Diana a cui fanno da cornice un ponticello in ferro orientaleggiante, una pagoda cinese, un obelisco egizio ed un tempio turco. Infine una costruzione ottagonale con stucchi e vetri colorati rende un’immagine particolare con un gioco di specchi; il parco rappresenta nella sua composizione tra statue, giochi d’acqua e rare specie della flora uno spettacolo immenso vitale e divertente al pubblico.

Il GIARDINO BOTANICO fondato nel 1794 dalla marchesa Durazzo, dopo un lungo degrado con lavori di ricostruzione, è stato riportato alla sua bellezza originaria con i suoi 4500 metri quadrati di estensione e quasi 150 specie vegetali al suo interno. Di notevole valore la collezione di piante carnivore, le 200 specie di orchidee ed una pianta molto singolare originaria della Namibia, considerata una delle più antiche specie viventi; in varie monumentali serre troviamo all’interno felci, palme, cacao, ananas, tabacco, banani, piante acquatiche tra cui una ninfea con foglie di oltre un metro di diametro a cui si accostano piante mediterranee come rose, camelie e bambù.                       

Il MUSEO ARCHEOLOGICO, inaugurato nel 1936, si avvale di tredici sale in cui sono esposti reperti preistorici liguri di vari periodi. Troviamo utensili in pietra ed osso, resti umani rinvenuti in grotte, corredi funebri, steli ed altri oggetti provenienti da caverne della riviera di ponente. Di raro pregio utensili ed oggetti in ceramica, rame e bronzo, corredi funebri della necropoli di Sant’Andrea, antico luogo di sepolture dei primi abitanti di Genova dal 500 A.C.; inoltre resti di tombe etrusche, vasi di alabastro, marmi, oggetti di epoca egizia. Infine una collezione di vasi greci, bronzi, ceramiche, vetri, gemme romane da diverse aree architettoniche italiane, dono di Oddone, figlio di Vittorio Emanuele II di Savoia.

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