Sul Lago maggiore l’incantevole “Isola Bella” borgo di pescatori
Dal 1630, dopo quasi 400 anni di lavori, uno scoglio anonimo bagnato dalle acque del Lago Maggiore si è trasformato nell’incantevole Isola Bella; da un piccolo borgo di pescatori con due piccole chiese ed alcuni orticelli, i Borromeo qui costruirono un regio palazzo dal grandioso giardino.
Fu esattamente Carlo III Borromeo che nel 1632 fece erigere il palazzo e modificò il nome dell’isola che da “isola inferiore” divenne Isola Bella dedicandola alla moglie Isabella d’Adda. Questa impresa fu affidata all’architetto milanese Crivelli, il quale progettò l’idea di un’isola a forma di nave con al centro la villa ed il suo vasto parco.
Purtroppo lo scoppio della peste, epidemia descritta dal Manzoni nei “Promessi Sposi”, sospese i lavori che verranno ripresi nella seconda metà del seicento modificando il progetto iniziale ed optando per un disegno consono all’aspetto originario dell’isola con la realizzazione di un grande palazzo sulle fondamenta di una vecchia costruzione preesistente con vasto giardino.
I lavori di ampliamento e realizzazione definitiva del palazzo terminarono soltanto nel dopoguerra ad opera dell’ultimo discendente, Vitaliano X, che fece ultimare la facciata ed il salone di rappresentanza.
Nel corso dei secoli malgrado il lento sviluppo dell’ampliamento dell’opera, l’isola Bella divenne un centro di attrazione per personaggi illustri che qua soggiornarono all’interno di un meraviglioso paesaggio. Tra gli ospiti l’imperatore austriaco Giuseppe Il, Montesquieu, Stendhal, Flaubert, Dickens, Hemingway e perfino Napoleone Bonaparte con la consorte Giuseppina; nel 1935 nella “sala della musica” si tenne un incontro tra i rappresentanti di Francia, Inghilterra ed Italia, con la presenza di Benito Mussolini per scongiurare la guerra in Europa.
Le venti sale del palazzo rappresentano un viaggio meraviglioso tra arte e storia, sembra ancora di sentire la presenza dei Borromeo e degli ospiti illustri tra le varie stanze tra le quali spiccano la sala del trono, la sala della regina e la sala di Napoleone che, come già accennato, qui rimase una sola notte nell’agosto 1797 al termine della campagna d’Italia. Particolarmente interessanti il salone con splendidi arazzi fiamminghi in seta ed oro; le tele rappresentano scene mitologiche nelle quali un eroe del mondo classico è rapportato con un animale che rappresenta una costellazione, per esempio Ercole con il Leone, Diana con il Cane…Tutto questo a simboleggiare ad esempio la celebrazione della Ragione, del Libero Arbitrio o della Passione di Cristo quindi arrivando al tema religioso cristiano.
Altre sale, la Galleria Berthier, cuore del palazzo con oltre 130 quadri, opere d’arte del massimo barocco assieme a collezioni di copie di capolavori del Raffaello, del Correggio, di Tiziano e Giudo Reni; infine l’ambiente delle Grotte, sei stanze volute da Vitaliano VI, in cui si possono ammirare ciottoli, conchiglie, schegge di tufo, stucchi e marmi. Un impatto visivo straordinario che sembra proiettare il visitatore in un “magico mondo marino”.
Il regno del colore e dei fiori, questo è in sintesi il giardino di palazzo Borromeo, classico esempio di” giardino all’italiana” che si snoda su 10 terrazze digradanti sul lago Maggiore secondo una visione prospettica, nelle quali si rincorre un gioco tra natura ed arte; fiori e piante esotiche si intrecciano a statue e sculture classiche.
All’interno del giardino spiccano “l’atrio di Diana”,struttura poligonale con al centro la statua della dea,”Il teatro Massimo”, la monumentale scenografia caratterizzata da statue del XVII secolo che simboleggiano l’arte, la natura, l’unicorno, simbolo araldico della famiglia Borromeo, cavalcato da un amorino.
Ai piani inferiori del monumento spiccano le statue, che rappresentano il Verbano (altra denominazione del lago Maggiore), il Ticino ed il Po; da ammirare anche quattro obelischi con le statue che evocano i 4 elementi: aria, acqua, fuoco e terra.
Il giardino è anche il regno dei pavoni bianchi che vivono in libertà e di numerose specie vegetali come il bosso che crea una immagine di ricamo dall’alto delle terrazze, il tasso, gli agrumeti; infine la meravigliosa “serra Elisa”del XIX secolo creata come giardino d’inverno poi trasformata in un ambiente che ospita piante esotiche e rarità botaniche.