Come garantire il deflusso delle acque piovane su un tetto
DESCRIZIONE
Questo intervento consiste nell’inserimento di un canale di gronda lungo lo sporto delle falde del tetto, se ne è privo, o in sostituzione di uno preesistente ma inefficiente e può essere realizzato soprattutto nei casi in cui la falda del tetto aggetta al di fuori della scatola muraria sostenuta da travetti lignei cui il canale può essere stabilmente ancorato.
Materiali
Il canale di gronda può essere realizzato in rame, acciaio brunito o verniciato.
Si consiglia di ricorrere a forme di trattamento superficiale del materiale che garantiscano una buona resistenza all’ossidazione e all’aggressione degli agenti meteorici. La sezione dei canali deve essere semicircolare e gli elementi di ancoraggio devono essere costituiti da ferri cicogne.
Tecniche e fasi operative
L’intervento prevede le seguenti fasi operative, con riferimento alle due situazioni più ricorrenti costituite da manto in lose di arenaria, direttamente sporgenti dal filo della parete esterna e da coppi di laterizio, sostenuto in aggetto rispetto al filo esterno della parete da travetti lignei incastrati nella muratura o connessi all’orditura del tetto:
- inserimento delle staffe di ancoraggio della gronda, tramite chiodatura, alle strutture lignee del tetto o ancoraggio alle lastre di pietra del manto, opportunamente forate, o ad elementi appositamente inseriti nel nodo di gronda;
- inserimento delle staffe per l’ancoraggio dei pluviali all’interno della muratura;
- posa in opera del manto (se non è già presente);
- inserimento del canale di gronda nelle staffe di supporto e ancoraggio tramite filo di ferro;
- inserimento del pluviale;
- inserimento di elementi di raccordo tra gronda e pluviale;
- realizzazione di una corretta soluzione terminale, al piede dell’elemento, per l’allontanamento delle acque, tramite inserimento di pozzetto di raccolta e relativa canalizzazione.
Raccomandazioni
Nel caso in cui la linea di gronda si componga di più parti, occorre prestare attenzione alla connessione tra le diverse parti, per evitare che con il tempo si apra o si rompa, compromettendo le funzionalità dell’elemento.
Occorre, infine, evitare che i pluviali scarichino al piede della muratura ed è bene, quindi, raccordarli ai canali delle reti fognarie, a scannafossi e intercapedini drenanti o a pozzi disperdenti lontano dalla costruzione.
Prima e dopo l’intervento di inserimento di grondaie e pluviali (in origine non esistenti)
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Cfr.,:A. B. Caldini – D. Bosia, L’edilizia rurale del GAL Borba: linee guida per il recupero