Fasi di recupero del “ritrovato” pavimento in cotto di San Pietro
Fasi di recupero del “ritrovato” pavimento in cotto di San Pietro
Le fasi di recupero della ritrovato pavimento in cotto della Chiesa di San Pietro a Felizzano proseguono ormai da diversi mesi attraverso azioni di pulitura e integrazione finalizzate a restituire quanto più possibile l’immagine originaria. Come si è già avuto modo di spiegare in altri articoli, il ritrovamento dell’antica pavimentazione in cotto (cinquecentesca?) sotto le vecchie cementine ha comportato una variante in corso d’opera con revisione delle originarie previsioni progettuali.
Tra le principali difficoltà emerse in corso d’opera c’è stata anzitutto quella di uniformare i dislivelli interni provocati dal ritrovamento dell’antica pavimentazione su tutta la navata centrale e in alcune cappelle laterali.
Soltanto in alcune zone circoscritte della navata il cotto non è stato ritrovato ed è stato necessario procedere ad integrazioni puntuali (eseguite con il medesimo materiale) onde evitare la presenza di discontinuità pericolose che avrebbero potuto ostacolare l’accesso ad un luogo di culto aperto al pubblico da parte dei portatori di handicap.
Le integrazioni hanno interessato soprattutto la zona di ingresso della fabbrica caratterizzata dalla presenza di una bussola lignea innestata sulla precedente pavimentazione in cementine che si è deciso di conservare.
Rispetto ai due ingressi laterali il collegamento tra le due pavimentazioni (in cementine e in cotto) è stato realizzato accompagnando il dislivello con la formella in cotto mentre in corrispondenza dell’ingresso principale, dove il dislivello era più pronunciato, è stata realizzata una leggera rampa (percepibile soltanto quando il portone centrale è aperto) capace di raccordare i due pavimenti in maniera molto dolce.
Alcune integrazioni sono state realizzate anche laddove le formelle si presentavano mancanti o a tal punto fratturate da risultare inidonee al calpestio, l’intervento è stato eseguito impiegando formelle analoghe sul piano dimensionale, materico e formale a quelle esistenti.
La stuccatura dei giunti è stata effettuata colando nelle fessure una “boiacca” composta da calce idraulica naturale a basso contenuto di sali con l’aggiunta di polvere di cotto (macinata sul posto).
Dopo la stuccatura l’unico elemento ancora un pò dissonante era quello legato alla cromia in quanto gli elementi di recupero apparivano più scuri e “più nuovi” rispetto a quelli esistenti.
Per questa ragione si è deciso di trattare superficialmente gli innesti con sabbia locale ben lavata ed asciutta che è stata cautamente sfregata tramite azione meccanica mediante l’uso di scope di saggina.
Questa cauta azione di sfregamento, già sperimentata con successo durante il restauro della vicina pieve di San Rocco, ha uniformato la pavimentazione migliorandola sia a livello cromatico che rispetto alle rugosità superficiali.
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