Gli strumenti musicali conservati nella Galleria dell’Accademia di Firenze

All’interno della Galleria dell’Accademia di Firenze sono conservati circa 300 dipinti su tavola risalenti al Trecento, Quattrocento e Cinquecento, 85 icone russe, una Gipsoteca e alcuni capolavori scultorei.

Nel 2001 è stata inaugurata una particolare sezione dedicata agli strumenti musicali allestita in collaborazione con il conservatorio statale di musica “Luigi Cherubini” proprietario di questa preziosa collezione appartenuta ai Granduchi di Toscana: I Medici ed i Lorena.

La galleria è sorta nel 1784 ad opera del granduca di Lorena Pietro Leopoldo come Accademia di Belle Arti, nel corso dei secoli molti sono stati i capolavori acquisiti tra i quali il David di Michelangelo, le Pigioni dello stesso scultore, dipinti di Giotto, Botticelli e il Ratto delle Sabine del Giambologna.

Ma addentriamoci nell’argomento che vorrei trattare in questo articolo concernente la parte museale degli strumenti musicali che mi ha incuriosito e che spero riesca a  suscitare nel lettore le mie stesse emozioni.


Attualmente sono oltre quaranta gli strumenti conservati che vanno dal XVII al XIX secolo e che provengono dalle collezioni delle famiglie Medici e Lorena.

L’esposizione è di estremo valore e comprende tra le rarità la Viola tenore di Antonio Stradivari che rappresenta il solo strumento del liutaio cremonese totalmente originale, il più antico pianoforte verticale e la spinetta ovale, il primo strumento  costruito per i Medici dall’inventore del pianoforte Bartolomeo Cristofori.

Per rendere viva questa sezione musicale del museo è stato attivato un sistema multimediale che crea il suono attuale degli strumenti e da una serie di modellini che azionati fanno ritornare al passato ricreando il funzionamento del primo pianoforte del XVII secolo all’epoca del granducato mediceo.

Al museo è stata aggiunta una sala che propone una interessante collezione di strumenti provenienti da tutto il mondo donata dagli eredi di Alessandro Kraus, collezionista fiorentino di fine Ottocento che raccolse oltre mille strumenti musicali.

L’origine di questa collezione è legata alla figura di Ferdinando, figlio di Cosimo III Medici, il quale per celebrare il potere del casato invitò a Firenze compositori come Haendel e Scarlatti; inoltre incominciò una preziosa ed inestimabile collezione di oltre cento strumenti musicali fabbricati da celebri costruttori. Accanto agli strumenti esiste un’importante serie di tele realizzate tra il 1685 ed il 1690 da Anton Domenico Gabbiani che rappresentano fedelmente i personaggi di corte ed i particolari strumenti usati molti dei quali ancora esposti alla galleria dell’accademia.

Curiosando virtualmente nelle vetrine delle sale è possibile ammirare:

  • i violoncelli medicei della collezione di Ferdinando tra questi uno con lo stemma della casata granducale realizzato dal liutaio cremonese Nicolò Amati, maestro dello Stradivari. La cassa del violoncello fu ritagliata alla fine del Settecento per portare le dimensioni dello strumento uguali a quelle prodotte da fine del XVII secolo in poi. Fu utilizzato legno di abete rosso ed acero.
  • il salterio di marmo molto diffuso in Italia tra Seicento e Settecento per poi scomparire in età romantica. Il funzionamento avveniva attraverso dei plettri di penna fissati alle dita attraverso i quali venivano pizzicate le corde. La preziosità dello strumento deriva dal fatto che era interamente in marmo di tre diverse qualità, statuario bianco, bardiglio di Carrara e broccatello giallo.

Questo capolavoro esposto fu realizzato per il granduca Cosimo III Medici dopo il 1691 e malgrado la sublime decorazione era perfettamente in grado di suonare.

  • il quintetto mediceo era caratterizzato da due violini, una viola contralto, una viola tenore ed un violoncello, questi ultimi due realizzati da Antonio Stradivari attorno al 1690. Gli strumenti erano decorati con lo stemma della casata in madreperla ed impreziositi da intarsi in ebano ed avorio; inoltre il legno usato di elevata qualità era di abete rosso ed acero.

La viola tenore rappresenta un unicum di valore inestimabile in quanto è l’unico strumento dello Stradivari conservato in condizioni interamente originali.

La grande dimensione della cassa della viola e del violoncello esalta maggiormente la loro sonorità nelle note gravi con il caratteristico timbro profondo.

  • i violini, tre strumenti di legno di abete rosso ed acero, uno dei quali con vernice rossa opera dello Stradivari e risale al periodo della sua massima maturità con la fabbricazione di capolavori famosi in tutto il mondo. Gli altri due violini sono di scuola padana per la caratteristica del colore della vernice, per il profilo della tavola armonica, per la forma del riccio ed infine per la forma dei fori di risonanza.
  • gli strumenti a tastierail pianoforte a tastiera il cui funzionamento avveniva con la percussione di martelletti sulle corde, fu inventato verso il settecento dal costruttore padovano Bartolomeo Cristofori.
  • la spinetta dello stesso costruttore fu il primo strumento realizzato per la famiglia Medici con una particolare sonorità.
  • il clavicembalo in legno di ebano ed il più antico pianoforte verticale, realizzato nel 1739 da Domenico del Mela, forse allievo del Cristofori, in legno di conifera, cipresso e bosso.

All’epoca del granducato dei Lorena molti strumenti precedenti ormai logori e fuori moda furono o venduti o dismessi, mentre altri vennero a far parte della nuova collezione tra i quali:

  • gli strumenti a percussione utilizzati per opere teatrali e balli di corte, tra essi troviamo la più antica coppia di timpani in Italia con un meccanismo particolare di accordatura, coppie di sonagliere una sorta di tamburello utilizzato per il valzer della frusta, xilofoni (strumento caratterizzato da una fila di barrette di legno disposte come la tastiera di un pianoforte), castagnette (o nacchere) e triangoli (una curiosità il musicista Franz Liszt inserì un assolo per triangolo nel suo primo concerto per pianoforte del 1849).
  • gli strumenti a fiato soprattutto destinati a rappresentazioni teatrali e spettacoli con la banda granducale.

Tra gli oggetti spiccano gli ottoni importati dai paesi germanici, la cornetta utilizzata fin dal XVI secolo dai corrieri di servizio postale per avvisare del loro arrivo nelle stazioni, dal XIX secolo venne usata nelle orchestre con uso d’effetto.

Tra le rarità, l’ottavino o flauto piccolo è la versione più piccola del flauto traverso, realizzato in legno duro; un corno di bassetto della famiglia dei clarinetti possiede caratteristiche particolari di estensione, intonazione e timbro. Pare che fosse molto amato da un giovane compositore Wolfgang Amadeus Mozart; cinque clarinetti con pezzi di ricambio che ne variavano la loro intonazione fino a diventare più acuta.

Dulcis in fundo il serpentone usato come basso per l’accompagnamento di musica sacra e militare.

  • la tromba marina in legno di abete bianco, ciliegio e noce è costituita da una sola corda di budello con un suono simile a quello della tromba realizzato attraverso un meccanismo particolare di fregamento della corda con un archetto.
  • le ghironde: strumento molto particolare in legno di mogano, acero, faggio, ebano ed avorio. Il suono è prodotto dalle corde fatte vibrare da una ruota di legno rifasciata con resina ed azionata da una manovella che sfrega su di esse come l’archetto di un violino ; inoltre dei tasti posti lateralmente premuti con le dita della mano sinistra producono le note. Esiste anche una versione della ghironda più popolare con un identico funzionamento.
  • la viola con il manico originale, con vernice scura, fori di risonanza corti e verticali e bombatura della tavola caratteristiche proprie della liuteria germanica.
  • le chitarrea pianoforte di origine statunitense di fine settecento con cassa a goccia e tavola e fondo piatti, veniva utilizzata con la percussione di martelletti azionati da sei tasti sulle corde; a sei corde in legno di abete con la cassa sottile tipica degli strumenti della prima metà del XIX secolo.

 

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