E’ possibile conservare un vecchio pavimento in cotto o in cementine colorate?
Ormai sempre più di frequente quando si decide di ristrutturare una vecchia cascina o anche una casa nobiliare in stato di abbandono, dovendo valutare il contenimento dei consumi energetici si opta subito per la sostituzione del vecchio pavimento.
Sembra praticamente impossibile riuscire a recuperare le vecchie formelle in cotto in avanzato degrado o le vecchie cementine colorate e modulari che al contatto con l’umidità si sono rovinate in superficie e pertanto non vale neppure la pena recuperarle: in entrambi i casi la sostituzione appare la strada più veloce e conveniente ma non è certamente quella più conservativa.
L’uso tradizionale di cementine nelle pavimentazioni interne, anche di edifici religiosi, è piuttosto comune nell’edilizia storica rurale specie in presenza di vani non perfettamente regolari laddove il sistema visivo modulare e ripetitivo contribuiva a riportare l’ambiente a proporzioni ottiche ideali.
I motivi decorativi utilizzati formavano un vasto repertorio: gli elementi potevano avere forma triangolare, quadrata, pentagonale, esagonale, ottagonale, rettangolare o trapezoidale e potevano essere semplicemente colorati o decorati con motivi floreali geometrici modulari e ripetitivi.
A distanza di anni quelle pavimentazioni sono divenute oggetto di un vero e proprio culto del recupero per gli appassionati della conservazione: sempre più spesso nel recupero scientifico delle vecchie cascine il cotto, anche molto rovinato, torna a fare da padrone e molti ambienti caratterizzati dalla presenza di vecchie cementine sono stati riportati “a nuovo” utilizzando cementine di recupero provenienti da altri cantieri ma simili nella forma e nelle cromie a quelle preesistenti.
INTERVENTI COMPATIBILI
- sostituzione di elementi mancanti o irrecuperabili con altri similari della medesima componente materica, forma e cromia;
- lavaggio manuale e puntuale della pavimentazione esistente con detergenti non schiumosi e all’occorrenza con l’utilizzo di strumentazione specifica;
- sigillatura delle fughe decoese o assenti con materiale a base di calce compatibile per composizione e cromia all’esistente;
- trattamento finale idro-oleorepellente ed antimacchia con olio di lino;
INTERVENTI DA ATTUARE CON CAUTELA
- sostituzione delle vecchie pavimentazioni con nuove diverse per materiale, forma e tipologia;
- cauta rimozione delle singole formelle di cotto e cementine, pulizia da tergo e successiva ricollocazione in opera (sia per scopi semplicemente conservativi che per consentire, ad esempio, la posa in opera del riscaldamento a pavimento).
INTERVENTI INCOMPATIBILI
- sigillatura delle fughe decoese o assenti con prodotti non compatibili per composizione e cromia all’esistente;
- levigature o lucidature a specchio (che nel caso delle cementine potrebbe portare in primo piano il cemento sottostante la finitura mentre nel caso del cotto – oltre ad avere un pessimo impatto sul piano estetico – potrebbe favorire la fuoriuscita dei sali).