Dalle “linee guida” del Gal Borba (A. Caldini – D. Bosia): lungo le vie del sacro il “percorso verde”
Il PERCORSO VERDE parte da Spigno Monferrato e arriva ad Acqui Terme costeggiando edifici religiosi, cappelle, cascine ed oratori molto significativi.
A Spigno Monferrato si suggerisce di visitare l'Abbazia di San Quintino, La Madonna della Neve in località Turpino e l'Ex Oratorio in frazione Montaldo. L'Abbazia di San Quintino sorge lungo la strada secondaria che collega Spigno a Mombaldone, poco oltre il ponte medievale che attraversa ed unisce le due rive della Bormida, ai limiti di un poggio discendente verso il fiume Bormida chiamato, per l’appunto, di San Quintino. Di forme romanicoborgognone, molto semplice nella struttura esterna, la facciata è a capanna, sottolineata da cinque lesene, due angolari di maggiori dimensioni e tre centrali. Ha tre bucature: due monofore al centro e una quadrangolare nella parte inferiore che taglia una delle lesene centrali. Nella parte sommitale conserva un campanile a vela in mattoni. Oggi la chiesa è stata trasformata in abitazione privata e resta solo una cappella con alcune lapidi romane e rinascimentali, oltre a lacerti di affreschi (Giudizio Universale) databili intorno all’XI secolo, non visitabili in quanto conservati nel sottotetto su una delle pareti di ingresso. La Cappella medievale della Madonna della Neve, fraz. Turpino: si tratta di una vecchia cappella medievale in pietra, dedicata alla Madonna della Neve, ad aula unica con tetto a capanna e con la presenza in facciata di un ampio portico contrassegnato dalla presenza di tre grossi archi. L'ex oratorio, fraz. Montaldo: si tratta di un vecchio Oratorio sconsacrato, oggi in stato di assoluto abbandono, con tre absidi curvilinei, uno spazioso portico sulla facciata principale e il campanile.
Il percorso verde prosegue poi alla volta di Montechiaro d'Acqui dove si suggerisce la sosta per visitare il Santuario della Madonna della Carpeneta: L’edificio sorge a pochi passi dal paese, dal piazzale erboso si gode uno splendido panorama su tutta la valle e sullo sfondo le colline delle Langhe. L’attuale edificio risale al XVI secolo ed è stato realizzato dove in precedenza stava l’antico pilone del precedente edificio, affrescato con l’immagine della Madonna. Nel 1755 a seguito di un restauro, l’originaria cappella venne ampliata e benedetta nel 1757. Nel 1887 vennero realizzati ulteriori lavori di consolidamento e restauro resi necessari dai danni provocati da un terremoto. Oggi, l’immagine antica della Madonna della Misericordia del vecchio pilone, è conservata nella nicchia centrale del monumentale altare barocco. Il dipinto, con ogni probabilità quattrocentesco, si presenta molto rimaneggiato. L’edificio risulta già stato inserito nel Sentiero 571 “Chiese campestri” della Provincia di Alessandria, Direzione Tutela e Valorizzazione Ambientale Servizio Parchi, Protezione Naturalistica e Forestazione.
Lo step successivo è a Ponti per visitare la Chiesa Vecchia (dell'Assunta), in paese l'Oratorio di San Sebastiano e la Cascina (privata) dell'Uliveta che conserva bellissimi affreschi in facciata. La Chiesa Vecchia dell'Assunta: dal piazzale antistante la chiesa, al quale si può accedere anche passando per la vecchia strada che portava al castello, si domina la vallata. La sua prima edificazione con l’annesso campanile pare risalire ai secoli XI – XII ma negli anni è stata più volte restaurata e rifatta. Nel 1911 la chiesa vecchia viene abbandonata con trasferimento delle funzioni religiose nella nuova chiesa in paese da questo momento in avanti ha inizio il suo progressivo declino. Durante la seconda guerra mondiale venne usata come deposito di materiale dall'ospedale della Chiappella di Genova ed in seguito venne occupata da forze naziste e repubblichine che la danneggiarono gravemente. Oggi una parte dei lavori di consolidamento e di restauro sono stati effettuati ma c'è ancora molto da fare. L’edificio risulta già stato inserito nel Sentiero 571 “Chiese campestri” della Provincia di Alessandria, Direzione Tutela e Valorizzazione Ambientale Servizio Parchi, Protezione Naturalistica e Forestazione. L'oratorio di San Sebastiano si trova in paese, a breve distanza dalla chiesa Parrocchiale, officiato, un tempo, dalla confraternita omonima. La costruzione dell’edificio risale al XVII secolo circa come attestano i numerosi testamenti dell’epoca nei quali sono contenute le disposizioni dei testatori che proprio nell’oratorio elessero la loro sepoltura, lasciando beni e censi. Quando la Parrocchiale era situata sul colle (Chiesa vecchia) l’Oratorio era utilizzato come succursale e punto religioso di appoggio per gli abitanti del borgo. Sulla facciata due riquadri affrescati: quello di sinistra conserva l’immagine del Santo cui l’Oratorio è dedicato. La Cascina (privata) dell'Uliveta si trova fuori dal paese si tratta di un edificio con impianto “a corte”, chiusa sul quarto lato da una recinzione e da un grande portone in legno che funge da ingresso carraio all’abitazione. Dal punto di vista planimetrico la cascina sembra essere derivata dall’unione di uno schema ad “L” e di uno schema a “C”. Il prospetto principale dell’abitazione conserva, benchè obbligato all’interno di una recente incorniciatura di colore bianco, un importante ciclo di affreschi a tema religioso. Da sinistra verso destra due cavalieri a cavallo (dei quali soltanto uno è visibile quasi per intero), un gruppo di cinque Sante (delle quali una senza più il volto), un San Sebastiano (senza il volto) e sulla destra, l’ultima scena, riproduce una Madonna in Trono con Bambino e due altre figure femminili. L’affresco è di bella fattura e il suo generale stato di conservazione lascia intendere che la pittura sia stata eseguita con una certa competenza tecnica.
Proseguendo alla volta di Castelletto d'Erro si suggerisce di visitare la Chiesa di Sant'Anna: la cui esistenza è documentata già a partire dal 1665. Si tratta di un edificio di modeste dimensioni, collocato su un crocevia, caratterizzato dalla presenza del campanile e di un portico di modeste dimensioni con volta in mattoni disposti a coltello sugli spigoli e in foglio al centro. L’edificio risulta già stato inserito nel Sentiero 571 “Chiese campestri” della Provincia di Alessandria, Direzione Tutela e Valorizzazione Ambientale Servizio Parchi, Protezione Naturalistica e Forestazione.
Da Castelletto si prosegue alla volta di Cavatore con sosta alla Chiesa cimiteriale di San Lorenzo di proprietà comunale, edificio ad aula rettangolare con abside romanica semicilindrica in buono stato di conservazione. La muratura è in pietra ed è composta da blocchi tagliati a spigolo vivo disposti a fasce alternate di piatto e di costa. L’abside è divisa in tre campiture da due lesene rettangolari realizzate alternando conci brevi ad altri lunghi e termina con archetti pensili monolitici poggianti su mensole sagomate. Internamente lacerti di affresco sono rintracciabili tra l’abside, l’intradosso dell’arco trionfale e il lato sinistro dell’edificio.
Da Cavatore si prosegue alla volta di Melazzo con sosta alla bellissima Pieve di San Secondo (Arzello): nel paese dove nacque San Guido, nella frazione di Arzello è conservata la solitaria chiesa di San Secondo, raggiungibile seguendo la strada sterrata fin sotto la parete rocciosa che si erge in sponda sinistra. E’ ipotizzabile che in origine l’edificio fosse collocato in un punto di transito lungo la direttrice che si snodava da Castelletto d’Erro e Melazzo. Il piccolo edificio ha pianta a croce latina con orientamento est-ovest e conserva un bellissimo abside semicircolare sul quale si aprono tre monofore racchiuse da tre conci lapidei. Sul piano tipologico e stilistico l’edificio può essere messo a confronto con il Duomo di Santa Maria Assunta ad Acqui Terme, con la chiesa cimiteriale di San Lorenzo a Cavatore, con la pieve dei SS. Nazario e Celso ad Ovrano, con la pieve di San Vito a Morsasco e con ciò che resta della pieve di San Pietro nel cimitero di Visone.
Da Melazzo si prosegue alla volta di Bistagno per visitare la Pieve, l'Oratorio e in frazione Roncogennaro la Chiesa di Sant'Ambrogio. Santa Maria della Pieve o dell'Assunta è situata in prossimità del Cimitero a circa trecento metri dal paese, verso levante, sulla comunale per Montabone. L’attuale edificio è stato realizzato sul sedime un tempo occupato da un’antica pieva caduta in rovina. A pianta centrale, l'edificio ruota intorno a un tiburio ottagonale e presenta una delicata facciata a due ordini con solenne fastigio nella parte superiore e oculo dipinto. Le fondamenta, a quanto risulta da un "ordinato comunale", erano già gettate nel 1719. Secondo alcuni studiosi alla fabbrica della chiesa lavorò il grande architetto barocco Bernardo Antonio Vittone. L’edificio risulta già stato inserito nel Sentiero 500 “Anello di Bistagno” della Provincia di Alessandria, Direzione Tutela e Valorizzazione Ambientale Servizio Parchi, Protezione Naturalistica e Forestazione. L'Oratorio di Bistagno è collocato dietro l'abside della Parrocchiale, separato da uno stretto vicolo ed è, insieme alla Pieve, l’unico edificio religioso dotato di un suo campanile. Costruito tra la fine del XVIII secolo e gli inizi del XIX oggi si presenta in pessimo stato di conservazione ed è attualmente utilizzato come magazzino della Caritas. Internamente l’edificio conserva un impianto decorativo di buona fattura seppure in diversi punti delle volte, a causa delle infiltrazioni dalle coperture, l’intonaco si presenta completamente ammalorato e staccato dal supporto murario. Complessivamente in discreto stato di conservazione l’altare maggiore in stucco e il coro ligneo. Roncogennaro è la frazione più importante e più antica di Bistagno. La chiesa si Sant’Ambrogio, oggi profondamente rinnovata, è situata in una posizione dominante tra le due vallate a sud e a nord. L’edificio, di modeste dimensioni, è annesso alla Casa Canonica ed è caratterizzato dalla presenza di un alto campanile. L'interno, spazioso, è in buono stato di conservazione e conserva addobbi sacri e statue di buona fattura.
Il percorso verde si conclude giungendo ad Acqui Terme dove si suggerisce di visitare la Basilica dell'Addolorata già di San Pietro. La chiesa di San Pietro, nota anche come chiesa dell'Addolorata, ha origini paleocristiane. Venne quasi integralmente ricostruita tra X ed XI secolo in stile romanico quando vi si stabilì un'abbazia benedettina. Profondamente trasformata nel XVIII secolo fu restaurata (e parzialmente ricostruita in stile neo-romanico) negli anni trenta del XX secolo. Restano originali la navata centrale e parte delle navate laterali, le absidi, il campanile a pianta ottagonale (Arditi). L’edificio, diviso internamente in tre navate absidate, è privo di transetto e dotato di copertura a capriate con la sola eccezione del presbiterio che ha, invece, una volta a botte. La navata centrale, più alta delle laterali, è scandita da grandi pilastri ottagonali che intersecano gli archi a tutto sesto che collegano le varie campate delle navate. La facciata è tripartita ed è percorsa da quattro pilastri a sezione quadrata con scanalature. Sull’ultima navata destra in adiacenza dell’abside si erge il campanile ottagonale ricostruito dal secondo ordine delle monofore alla cella campanaria. L’esterno delle navate è decorato con coppie di archetti pensili con peduccio su lesene che sarà possibile ritrovare nel Duomo della città acquese e in altre costruzioni della Diocesi di Acqui.