Come conservare manufatti lapidei di pregio presenti su una facciata

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DESCRIZIONE
Questo intervento riguarda tutti quei casi in cui un edificio storico conserva manufatti lapidei che possono essere parte integrante della facciata (colonne, architravi, mensole di appoggio…) o essere stati inseriti come semplici elementi decorativi (sculture, fregi…).

Materiali e tecniche operative

  1. identificazione tramite percussione di tutti i punti in cui la pietra risulta distaccata dal supporto murario per definire l’effettivo livello di adesione tra le singole parti e successiva sigillatura degli elementi litei in fase di stacco;
  2. pulitura preliminare delle polveri leggere con pennelli di setola morbida e successivo preconsolidamento tramite impregnazione con soluzioni di esteri etilici dell’acido silicico. In presenza di fenomeni di scagliatura operare sull’interfaccia frammento-supporto, tramite iniezioni di resina acrilica, caricata con carbonato di calcio, previa interposizione di carta giapponese, per favorire la riadesione e la ricollocazione delle scaglie in sede.
  3. pulitura generale della superficie lapidea tramite nebulizzazione di acqua deionizzata mediante l’utilizzo di pennelli morbidi, spugne naturali e piccole spazzole di setola naturale. In presenza di sporco più tenace (incrostazioni nerastre), pulitura tramite impacchi di carbonato di ammonio in soluzione satura supportato da polpa di cellulosa.
  4. lavaggio della superficie lapidea e rimozione delle incrostazioni residue tramite nebulizzazione con acqua deionizzata e, per le parti più nascoste, con l’utilizzo del bisturi e dell’ablatore ad ultrasuoni.
  5. rimozione delle stuccature e rappezzature a base cementizia tramite azione meccanica, mediante l’utilizzo di microscalpelli, evitando di danneggiare la pietra sottostante.
  6. consolidamento generale della superficie lapidea tramite silicato di etile fino a rifiuto e successiva protezione con idrorepellente. Successiva stuccatura delle crepe e sigillatura con malta di grassello di calce, calce idraulica naturale e sabbia silicea di varia granulometria, pigmentata ad imitazione della cromia originaria.


Raccomandazioni

Ogni operazione deve essere graduabile (si deve poter controllare la sua intensità e la quantità di materia da rimuovere), selettiva (si deve poter scegliere cosa asportare e cosa lasciare) e, soprattutto, non dannosa per il supporto.

03. balaustra prima 05. balaustra dopo

04. balaustra dopo Prima e dopo l’intervento di restauro e integrazione del piano di appoggio di una balaustra
in pietra arenaria conservata sulla facciata di un palazzo storico
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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    A. B. Caldini, Il restauro della facciata di Palazzo Madama Rossi a Visone (Al)

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