Cenni sull’importanza storica dell’arte organaria in Liguria
L’importanza storica dell’arte organaria in Liguria non è da tutti nota eppure proprio in Liguria fin dal 1962/3 esiste una Commissione per la Tutela degli Organi artistici.
I primi organi in Liguria risalgono alla prima metà del XIII secolo e vengono usati per accompagnare i cantori, ne troviamo esempi importanti a Genova nella Cattedrale di San Lorenzo, nella Chiesa di San Siro, in quella di Nostra Signora delle Vigne e in Santa Maria di Castello. Gli organi che ricorrono maggiormente nelle chiese sono quelli a canna impreziositi da decorazioni raffinate ed uniche delle casse. I primi strumenti sono caratterizzati da poche file di canna comandate da una rudimentale tastiera, successivamente lo sviluppo della polifonia richiede la costruzione di strumentazioni di maggiori dimensioni con canne azionabili anche separatamente per avere particolari sonorità. Nel XVI secolo la modifica delle cantorie nelle messe polifoniche comporta la progressiva sostituzione dei vecchi organi e l’introduzione di strumenti specifici per l’accompagnamento dei Cori. Di notevole valore è l’organo della Cattedrale di Genova caratterizzato da due splendide casse scolpite ed intagliate da artisti lucchesi. Naturalmente anche le tastiere diventano più complesse con oltre 50 tasti e con la presenza di pedali per dare aria necessaria alla vibrazione ed al suono delle casse.Nel XVII secolo la presenza in Italia ed in Liguria del costruttore di organi fiammingo Hermans garantisce lo sviluppo di una sonorità meno austera e tenue di quella fino ad allora dettata dalla specifica fisionomia dell’organo italiano. Il XVIII secolo è un periodo molto fiorente in Liguria grazie soprattutto all’apporto della famiglia Roccatagliata di Santa Margherita Ligure: le casse sono impreziosite da intagli in legno dorato e decorazioni pittoriche semplici ma molto fini e di gran gusto. Nel XIX secolo una decisa crisi della musica organistica fa prendere campo ad una corrente moderna che introduce metodi industriali sminuendo l’originale accento dell’organo stesso. La musicalità dell’organo diventa simile a quella di una orchestra per cui viene sempre meno l’antica idea che l’organo sia strumento di semplicità e purezza. Purtroppo con l’avvento dell’era moderna molti organi antichi sono stati distrutti o modificati per lasciare spazio ad una sonorità elettrica unificata distruggendo alcune tonalità che hanno contraddistinto per anni gli organi antichi. Anche le canne subiscono notevoli modifiche per cui i suoni emessi sono del tutto distorti rispetto alla sonorità per cui erano state costruite. Fortunatamente nel XX secolo sono stati istituite specifiche Commissioni a tutela del patrimonio musicale italiano che oltre ad una evidente valenza artista ha assunto negli anni anche un grande valore Demoetnoantropologico.