Castelseprio nel varesotto patrimonio dell’Umanità

Sibrium oggi Castelseprio è un comune in provincia di Varese che dal 2011 è stato insignito dell’alloro di Patrimonio dell’Umanità Unesco per merito del suo sito archeologico che rappresenta una sezione storica dei “ Longobardi in Italia “. Attualmente a Castelseprio restano soltanto i ruderi di quello che era il borgo fortificato distrutto nel 1287 dalle truppe mercenarie assoldate dal Vescovo di Milano Ottone Visconti. Il 28 marzo qualche giorno dopo la fiera dell’Annunziata e durante la diatriba bellica tra le famiglie della Torre e Visconti per la conquista della Signoria di Milano, vinta da questi ultimi, l’arcivescovo Ottone fece radere al suolo gli edifici civili e militari e sancì per Decreto che il castello non venisse mai più ricostruito così come il borgo in modo tale che nessuno lo potesse più abitare. Tale giuramento continuò nei secoli fino alla sua abolizione nel 1786 ad opera dell’imperatore austriaco Giuseppe II.

Il nucleo fortificato sorse attorno al IV secolo come difesa alle invasioni barbariche che avevano varcato i confini a testimonianza la data del 269 D.C. in cui gli Alamanni giunsero a Milano.

Il borgo di Castelseprio divenne il capoluogo del Contrado del Seprio in epoca longobarda e le sue mura difensive, costruite durante il regno di Teodorico lunghe quasi un chilometro, arrivarono fino al baluardo chiamato “Torba”. Il periodo più fiorente fu tra il IX ed il X secolo nel quale il Contrado arrivò a controllare una vasta zona che abbracciava la Valle del Ticino, il Lago di Lugano, la zona di Pontechiasso ed il Lago Maggiore.

In epoca bizantina Castelseprio divenne la capitale amministrativa, giudiziaria e militare finché Milano e Como non incominciarono ad insediare i suoi vasti territori. Nel XII secolo ebbe inizio una inesorabile e lenta decadenza che portò alla perdita dei primi possedimenti: un atto storico documentato fu il Trattato di Reggio del 1158 sancito dall’imperatore Federico Barbarossa attraverso il quale molti territori del contrado di Seprio passarono nelle mani dei milanesi.

Si possono analizzare tre nuclei di straordinaria importanza del sito archeologico: il Castello, la Chiesa di Santa Maria ed il Complesso di Torba.

Il castello di epoca tardo romana dominava il borgo da una altezza di 350 metri, era caratterizzato da una possente cinta muraria che testimoniava i drammatici avvenimenti dell’epoca con le sanguinose guerre tra i comuni prima e le successive incursioni saracene. All’interno delle mura erano state costruite due chiese una dedicata a San Giovanni Evangelista del VI secolo a pianta rettangolare con una sola abside e l’altra chiesa dedicata a San Paolo di età romanica con accanto un battistero ottagonale del V secolo il cui interno ospitava due vasche battesimali. Il castello era caratterizzato da tre torri di epoca tardo imperiale e da una grande cisterna..

La Chiesa di Santa Maria fuori le mura con i suoi meravigliosi affreschi alto medievali era stata costruita durante il periodo di allargamento del borgo quando all’interno del castello non vi era più spazio abitativo. Per secoli rimase abbandonata finché durante la seconda guerra mondiale nel 1944 venne alla luce un ciclo pittorico risalente all’epoca carolingia che racconta la storia dell’infanzia di Gesù ed è osservato con grande interesse e curiosità dagli studiosi poiché le scene raffigurate non riguardano i vangeli canonici ma quelli apocrifi molto stimati nella chiesa d’oriente bizantina. Tra i vari temi spicca l’etimasia ossia la raffigurazione del trono di Cristo vuoto sormontato da una corona e da una croce che rappresentano l’attesa del ritorno del Redentore durante il Giudizio Universale. Altro tema “La prova dell’acqua “ alla quale è sottoposta la Vergine Maria per la conferma della “concezione senza peccato”; per il motivo dei temi svolti si presume che l’autore di questi affreschi, anonimo, sia originario del bacino orientale del Mediterraneo. La datazione degli affreschi, molto difficile da decifrare, oscillerebbe tra la fine del VI secolo ed il IX secolo in particolare si citerebbe il 948 come data finale in quanto un’iscrizione nomina Arderico, vescovo di Milano, dal 936 al 948.

Il terzo nucleo era caratterizzato dal complesso di Torba costituito da una chiesa dedicata a Maria, una torre ed un edificio rettangolare. La chiesa di epoca alto medievale era costituita dal campanile e dagli affreschi dedicati a San Gioachino, padre della Madonna con una processione di santi. La torre alta 15 metri di epoca  tardo romana era caratterizzata da affreschi religiosi che raffiguravano delle monache ed una donna che offriva un cero alla Madonna; inoltre era presente il ritratto della badessa Aliberga: si presuppone che nell’ VIII secolo sia la chiesa che la torre appartenessero ad un complesso monastico gestito da religiose testimoniato anche da documentazioni storiche risalenti al 1049 che confermano la presenza di un monastero a Torba.

Il sito parco archeologico rientra nel progetto chiamato “Italia Longobardorumperiodo tra l’antichità ed il medioevo riconducibile ad un percorso culturale che portò alla formazione dell’Europa medievale dopo il regno di Carlo Magno. È un insieme di siti che raggruppa tutta Italia dalla caduta dell’impero romano d’Occidente alla nascita di quello carolingio; quello di Castelseprio nasce dalla scoperta negli anni 50 del secolo scorso del sito ad opera di Piero Bognetti, storico ed archeologo milanese. Durante la capagna scavi sono venuti alla luce anche reperti risalenti all’epoca preistorica in particolare all’età del ferro e fu lo stesso Bognetti a scoprire le pitture della chiesa di Santa Maria Foris Portas, che in quell’epoca si era trasformata in un magazzino. 

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