Acqui Terme: al via il completamento del rilievo architettonico del Castello dei Paleologi

Lo scorso agosto mi è stato affidato l’incarico di completare il rilievo architettonico dello stato attuale del Castello dei Paleologi di Acqui Terme.

Si tratta di un complesso architettonico imponente, situato nel cuore della città, il cui impianto originario risale almeno all’XI secolo. Nel corso dei secoli, il castello ha subito alterne vicende: dapprima residenza dei vescovi-conti di Acqui, che vi si stabilirono fino alla seconda metà del XIII secolo, poi roccaforte del borgo medievale di Acqui e sede dei governatori della città. Dal 1260, il castello passò ai marchesi Paleologi del Monferrato che lo tennero insieme con alterne vicende fino agli inizi del XVI secolo.

Tuttavia, a partire dal 1708, il complesso passò sotto la diretta amministrazione di casa Savoia che lo privò progressivamente della sua originaria funzione di fortezza. Dai primi del XIX secolo, il castello fu destinato a funzione carceraria che mantenne fino ad anni recenti.

Del nucleo originario medievale del castello non rimane ormai più nulla. Le strutture più antiche attualmente esistenti si datano non prima della seconda metà del XV secolo: si tratta principalmente del ponte levatoio e di una parte della cinta muraria in cui si trova una torre difensiva angolare. Dopo numerose vicende belliche e diversi assedi che si succedettero tra la seconda metà del XVI secolo e la metà del XVIII, gli Spagnoli lo distrussero parzialmente nel 1646.

La parte principale della struttura ancora oggi esistente, quella ora destinata ad ospitare le sale del Museo Archeologico, risale alla nuova ricostruzione iniziata nel 1663.

L’ala separata delle ex-Carceri risale invece all’epoca napoleonica, mentre gli ultimi interventi di risistemazione risalgono agli anni 1860-65. In questo periodo venne demolito un tratto della cinta muraria per la realizzazione dell’attuale ingresso ai giardini alti del castello.

[notizie estratte dal sito del Turismo del Comune di Acqui Terme ]


L’incarico che mi è stato affidato prevede il completamento del rilievo architettonico dell’intero complesso, che oltre ad essere verificato, dovrà essere aggiornato ed integrato. L’obiettivo è restituire il rilievo in maniera più chiara e fruibile, in modo da poterlo utilizzare come base di partenza per un possibile e successivo progetto di recupero.

Il rilievo architettonico è una tappa preliminare fondamentale nella conoscenza di un bene. Si passa dall’eidotipo al rilievo di massima, per poi procedere ad una descrizione più puntuale attraverso il rilievo critico (geometrico e tecnologico). Questo consente di definire i materiali costitutivi e di descrivere lo stato di conservazione.

La campagna rilievo è stata avviata abbinando al metodo classico del rilievo longimetrico quello della fotogrammetria con drone. In questo modo, si è giunti alla definizione di nuvole di punti, ortofoto, modelli 3D e rappresentazioni planimetriche ricche di dettagli (tratti stradali, altezze, segnaletica…).

Grazie alla possibilità di abbinare modelli texturizzati al disegno classico, è stato possibile ottenere un rilievo molto realistico che consente di comprendere immediatamente sia i materiali (rilievo critico) che lo stato di conservazione del bene (rilievo dei degradi). Inoltre, questi modelli texturizzati permettono di estrarre facilmente fotopiani 2D.

Le operazioni di rilievo sono ancora in corso e sono state rese possibili grazie alla disponibilità del Direttore del Museo Archeologico, dott. Germano Leporati. Si ringraziano inoltre l’architetto Maurizio Carozzi e il geologo Luciano Amandola – membri di questa RETE – per la loro preziosa partecipazione alle operazioni di rilievo.


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