La bifora “a cielo aperto” o “a vento” dell’area lodigiana
Con il termine bifora si intende un'apertura longitudinale generalmente ripartita da una colonnina o un pilastrino sul quale gravano due archi a tutto sesto o acuti (a secondo del periodo di costruzione). Se l'apertura è unica si parla di monofora se sono tre o quattro si parla di trifora o quadrifora.
E' soprattutto durante il Medioevo (nel periodo a cavallo tra Romanico e Gotico) che l'uso delle bifora si diffonde impiegata come elemento decorativo nella costruzione dei campanili, delle torri di altura e in generale nelle architetture di rilievo. Dopo un lungo periodo di stallo l'uso della bifora torna nell'Ottocento e perdura per tutto il periodo cosidetto Eclettico, Neogotico e Neorinascimentale.
Anche l'architettura musulmana e quella bizantina vedono un uso piuttosto diffuso delle bifore.
Quando si parla di "bifore a cielo aperto" o "bifore a vento" si intendono quelle aperture presenti sulle facciate delle chiese che guardano direttamente sul cielo assumendo un evidente valore simbolico legato alle porte celesti con le quali sono identificate.
E' soprattutto l'area del lodigiano che vede l'uso diffuso di questo tipo di bifora rivolta al cielo, ne sono casi importanti la Chiesa di San Francesco a Lodi la cui facciata in cotto, incompiuta nella parte superiore, presenta un grande rosone di marmo con ai lati due bifore a cielo aperto che non si aprono sulle navate interne della chiesa ma appunto sul cieloe la bellissima Basilica di San Bassiano a Lodi Vecchio (importante esempio di architettura romanico-lombarda) caratterizzata da una facciata tipicamente gotica in cotto, tripartita da sottili lesene che ne scandiscono lo slancio verticale e da una serie di aperture tra cui monofore, oculi e appunto bifore "a cielo aperto".
Questa tipologia di bifora la riconosciamo anche sulla facciata del'Abbazia di Viboldone nel milanese la cui facciata in mattone rosso, intonaco bianco e marmo è tripartita e caratterizzata dalla presenza di due bifore a vento che ne alleggeriscono la struttura. Parimenti suggestiva la facciata del Duomo di Crema la cui bifora a destra, a terminazione polilobata di sapore islamico, si apre all'interno di una strombatura ogivale decorata da ghiere e palmette.