Approvato il testo definitivo del nuovo Codice Appalti

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È stato approvato oggi in via definitiva dal Consiglio dei Ministri il nuovo Codice degli Appalti Pubblici. "Una mastodontica operazione di riscrittura – l'ha definita il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in conferenza stampa – che chiude la strada alla corruzione e continua nella direzione di sbloccare i lavori in Italia". Da segnalare:


Decreto Parametri
Non è stata recepita la richiesta del Parlamento di rendere obbligatorio il riferimento al Decreto Parametri (DM 143/2013) per determinare i compensi dei professionisti da porre a base di gara. Confermata la versione iniziale, in base alla quale il Ministro della Giustizia, di concerto con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, deve approvare le tabelle dei corrispettivi, da utilizzare a discrezione delle stazioni appaltanti.


Offerta economicamente più vantaggiosa
Una delle svolte del nuovo Codice Appalti sta nel cambiamento dei criteri di aggiudicazione delle gare d’appalto. Il massimo ribasso si potrà usare solo per le gare di lavori di importo fino a 500 mila euro. Sopra questa cifra si dovrà utilizzare il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa. Questo significa che il prezzo dovrà sempre essere controbilanciato da valutazioni sulla qualità delle proposte presentate. La prima versione del Codice aveva fissato la soglia a un milione di euro, mentre il Parlamento aveva chiesto di abbassarla a 150 mila euro, provocando le proteste dei costruttori edili. Nel testo definitivo è stata scelto un compromesso tra le due posizioni.


Subappalto
Il subappalto non potrà superare la quota del 30% dell’importo complessivo del contratto di lavori. Il vincitore di una gara potrà ricorrere al subappalto solo se la Stazione Appaltante avrà previsto questa chance a monte, cioè nel bando.


Baratto amministrativo
Il nuovo Codice disciplina gli “interventi di sussidiarietà orizzontale”, ossia la partecipazione della società civile alla cura di aree pubbliche o alla valorizzazione di aree e beni immobili inutilizzati mediante iniziative culturali, interventi di decoro urbano, di recupero e riuso con finalità di interesse generale. Tra questi rientra il “baratto amministrativo” per la realizzazione di opere di interesse della cittadinanza, con finalità sociali e culturali, a cura di gruppi di cittadini organizzati, senza oneri per l’ente che però riconosce ai privati riduzioni o esenzioni di tributi corrispondenti al tipo di attività svolta.


Débat public
Per le grandi opere infrastrutturali, con impatto rilevante sul territorio, le amministrazioni aggiudicatrici dovranno ricorrere obbligatoriamente alla procedura di dibattito pubblico, pubblicando online il progetto, i risultati della consultazione e dei dibattiti. Gli esiti del dibattito pubblico e le osservazioni raccolte saranno valutate in sede di predisposizione del progetto definitivo. Sarà l'Anac a definire le opere per cui il dibattito pubblico dovrà essere utilizzato obbligatoriamente.

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