Andare per castelli: da Fraconalto a Carrosio
Il territorio dell’Alta Val Lemme è contraddistinto dalla presenza di numerosi castelli che rappresentano uno dei segni più evidenti del dominio genovese nel basso Piemonte. Il trascorrere del tempo ha segnato duramente queste strutture cadute sovente in rovina o, nei casi migliori, divenute proprietà private. Dedicare una giornata alla riscoperta di queste fortificazioni costituisce tuttavia un’occasione unica per ammirare queste grandi opere difensive (realizzate dagli abitanti della valle e successivamente sfruttate dalla Superba) e godere di suggestivi scorci. La partenza di questo primo possibile viaggio nei tesori meno noti della Val Lemme è Fraconalto. Il suo castello occupava infatti un ruolo centrale nel sistema di sorveglianza della via che metteva in comunicazione l’Oltregiogo con la riviera: benché del complesso oggi siano visibili poche tracce, sappiamo che fu potenziato da Genova nel 1161 e che fu costantemente oggetto di particolari attenzioni da parte della Repubblica ligure Lasciato Fraconalto, il percorso prosegue verso Voltaggio, centro abitato ancora oggi profondamente legato alla Liguria e in passato avamposto di grande importanza per Genova in territorio piemontese. Situato in una posizione strategica (e raggiungibile oggi mediante un ripido sentiero che parte dalla piazza antistante la chiesa parrocchiale), il suo castello garantiva la possibilità di vigilare sulle vie di comunicazione ed arginare l’avanzata di eserciti nemici. A tal fine la Repubblica stabilì dunque di rinforzare le sue difese e di incrementare la sua guarnigione di soldati e balestrieri una prima volta nel 1161, quando in Italia era presente Federico Barbarossa, e una seconda, in previsione di una possibile invasione di Federico II, nel 1220. La terza, e ultima, tappa di questo breve viaggio è Carrosio. È probabilmente intono alla seconda metà del XII secolo che sulla rocca a strapiombo sul fiume Lemme i marchesi di Gavi costruirono un castello da dove poter sorvegliare l’avanzata dei soldati genovesi e, contemporaneamente, poter derubare i mercanti liguri. Nel 1197, in tutta risposta, Genova distrusse il castello che tuttavia ebbe cura di ricostruire nella stessa posizione quando, pochi anni dopo, si impadronì del feudo di Carrosio. La fine di questa fortificazione risale al termine del XIV secolo quando, in seguito ad una serie di tumulti, la Repubblica genovese decise di intervenire reprimendo con la forza il dissenso popolare e distruggendo la piccola fortezza che in seguito non fu più ricostruita. Dell’antica struttura sopravvivono una parte delle mura e una torretta di avvistamento, tuttora ben visibili dal fiume, mentre ormai non sono più accessibili i passaggi segreti che mettevano in contatto il palazzo del feudatario con il castello e quest’ultimo con la riva del fiume sottostante. Appena fuori Carrosio, lungo la strada che conduce a Gavi (noto per l’imponete fortezza che domina il borgo), è visibile la tenuta della Centuriona che deve il suo nome al potente banchiere genovese Adamo Centurione. In realtà, nonostante l’apparenza fortificata e la torre con cammino di ronda, non si tratta di una fortezza militare bensì di una residenza privata che il suo nobile proprietario decise perfino di dotare di una neviera per custodire il ghiaccio. Pur discostandosi dai complessi citati in precedenza, questo palazzo (di proprietà privata e al centro di una riserva di caccia) merita ugualmente un sosta: chiunque lo abbia visto in estate, incorniciato dai campi dorati di grano maturo, non esiterà infatti ad inserirlo tra i tesori dell’Alta Val Lemme che meritano di essere conosciuti e valorizzati.