I rifugi storici dell’Alta Via dei Re nel Parco delle Alpi Marittime

L’alta via dei Re nasce su iniziativa del Parco delle Alpi Marittime nel 2010: si tratta di un percorso che si articola quasi sempre a quote elevate in varie tappe attraverso il massiccio cristallino dell’Argentera con vette oltre i tremila metri; fanno da cornice a questi tour i ripidi valloni, i meravigliosi laghi glaciali dai colori mozzafiato, la tipica flora e fauna alpina con camosci e stambecchi.

Il nome del percorso deriva dal fatto che proprio i Reali di casa Savoia utilizzavano questi tragitti durante le battute di caccia al camoscio o per passeggiate nella natura selvaggia, la loro presenza è testimoniata da dimore di caccia, mulattiere, sentieri su cui poggia l’alta via con i suoi sentieri. Sappiamo che la regina Elena andava a pescare le trote al lago inferiore della Sella, sulle cui sponde venne edificato il rifugio Livio Bianco.

Sette sono le tappe di questa traversata che tocca località meravigliose dell’area protetta poste soprattutto nella spettacolare Valle Gesso legata ai Savoia per la loro frequenza durata quasi un secolo; importanti sono anche i vari rifugi storici. Già in epoche antiche il rifugio rappresentava per i viandanti impegnati nella traversata delle Alpi un luogo di ricovero e protezione; in epoca medievale erano presidiati dai monaci e sorgevano soprattutto accanto ai valici alpini come il San Bernardo, il Monginevro, la Maddalena.

Nel XIX secolo con la nascita del C.A.I. sorsero i primi rifugi al servizio degli alpinisti, in seguito accanto ad un mondo di esploratori delle vette alpine crebbero i bivacchi che servivano oltre che per il riposo notturno anche per godere di spettacoli del sole al tramonto ed all’alba.

Virtualmente ripercorriamo questo percorso tra le montagne citando i luoghi e le caratteristiche più importanti senza ovviamente dimenticarci di un riposo nei rifugi:

  • Sant’Anna di Valdieri-rifugio Livio Bianco con ampie distese a prateria con mandrie, greggi e cavalli in libertà. Ammirevoli sono i laghi sottano e soprano della Sella, il bacino naturale più grande delleAlpi Marittime; in questi luoghi si possono incontrare camosci, marmotte ed aquile reali. Il rifugio Livio Bianco sorge a 1910metri ai piedi del monte Matto, è di proprietà del C.A.I. di Cuneo, la costruzione è a pietra a vista con copertura di lamiera; fu costruito nel 1963 in onore di un comandante partigiano e grande alpinista deceduto nel 1953 durante la salita di una cima del gruppo Gelas.
  • Rifugio Bianco-Rifugio ex casa di caccia Velasco con bastioni rocciosi erosi dagli antichi ghiacciai e lo splendido lago superiore della Sella; a cavallo il re raggiungeva l’ottocentesca dimora fatta erigere da Vittorio Emanuele II al piano del Velasco a 1764 metri. La casa è costruita su un pianoro alluvionale attorno ad una torbiera di alta quota, sovrastata dal monte Matto oltre i tremila metri e circondata da laghetti alpini. Ha una pianta quadrata, un cortile interno e due torrette ai lati della facciata principale.
  • Pian Velasco-Rifugio Remondino un sentiero ripido tra larici secolari attraverso una strada militare lastricata fino a raggiungere il suggestivo altopiano dei laghi di Fremamorta. La tappa al rifugio Remondino a 2430 metri rappresenta uno dei panorami più spettacolari delle Alpi Marittime, con la vista dell’Argentera con la “cima d’argento” a 3297 metri è l’ultima grande vetta in territorio italiano delle Alpi. Numerosi i pascoli e gli alpeggi della zona con fiori rarissimi ed i magnifici laghi glaciali disegnati dalla natura.
  • Rifugio Remondino-Rifugio Genova-Figari itinerario molto suggestivo ai piedi dell’Argentera, attraverso l’impegnativo Colle Brocan con il lago naturale e l’alto  Vallone della Rovina, verso il nido delle aquile; il rifugio è costeggiato oltre che dal lago di Brocan, dall’invaso artificiale del Chiotas uno dei più grandi d’Europa. Qua possiamo ammirare una fauna meravigliosa con stambecchi, camosci, marmotte, ermellini, aquile accanto ad una flora con specie rare come la sassifraga florulenta. La particolarità del nome dei rifugio deriva dall’alpinista Meo Figari che senza chiodi approdò alle alpi Marittime partendo dal mare di Genova.
  • Rifugio Figari-Rifugio Ellena Soria è un territorio legato a camosci e stambecchi che conduce al Colle di Fenestrelle a 2176 metri tra le Alpi Graie e Cozie per poi proseguire in un percorso ai piedi del maestoso gruppo Gelas con i suoi ghiacciai che armonizzano con i laghetti sottostanti, in ina visione meravigliosa dei doni naturalistici. Il rifugio a 1840 metri fu costruito nel 1961 dal C.A.I. di Cuneo in onore dei due alpinisti cuneesi Edoardo Soria e Gianni Ellena, artefici di numerose prime scalate tra il 1929 ed il 1932.
  • Rifugio Soria-Rifugio Federici Marchesini al Pagarí percorso per tratti sulla mulattiera tra pascoli e rocce ai piedi del gruppo Gelas e successivamente attraverso la morena con un tracciato mozzafiato lungo una piccola sporgenza pianeggiante della parete rocciosa fino a raggiungere il passo dei ghiaccia, in una selvaggia e suggestiva bellezza alpina a 2750 metri. Il rifugio a 2627 metri sorge su un piccolo promontorio roccioso con un muretto a secco per accrescere lo spazio in piano; venne costruito e negli anni a modernizzato e restaurato dalle famiglie Federici e Marchesini. Il prefabbricato originale venne eretto nel lontano 1912 successivamente il rifugio venne intitolato ai due alpinisti.
  • Rifugio Federici Marchesini-San Giacomo di Entracque il tragitto costeggia la cima Maledia (3061 mt.) con i suoi ghiacciai fino a scendere sul tracciato dell’antica via del sale, progettata nel XV secolo dal mercante Paganino dal Pozzo, e raggiungere la località di San Giacomo a 1250 metri ai piedi del Gelas dove è sita la cascina di caccia reale dei Savoia tra faggi secolari. In questi luoghi la natura è la regina delle Alpi e le montagne risuonano nelle vallate le loro note spettacolari; è un’esperienza meravigliosa sia per il corpo che per lo spirito perché in questi luoghi il tempo si ferma resta il ricordo del cielo stellato, delle vette innevate, delle rocce, dei colorati fiori e degli animali liberi nell’ambiente alpino.

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