E’ ammissibile la modifica delle aperture nelle vecchie cascine piemontesi?

In diversi cantieri mi è capitato di dovere affrontare il dilemma della modifica delle bucature originarie spesso per le reali necessità dei proprietari di rendere più abitabili gli ambienti interni e talora per il vezzo (piuttosto in voga) di creare “finestre-quadro” con vista sul paesaggio circostante. Il tema è molto interessante e merita un approfondimento…

Negli edifici storici per rendere più abitabili gli ambienti interni è ammissibile la modifica delle dimensioni di un’apertura esistente ma solo in altezza, rimuovendo in tutto o in parte il parapetto della finestra. E’ invece sconsigliabile l’ampliamento dell’apertura verso l’alto anche quando si tratta di porte altrimenti non transitabili, in quanto si tratta di un’operazione molto delicata che potrebbe essere eventualmente ammissibile soltanto in presenza di architravi lignei o lapidei e non in presenza di archi

Per la ricostruzione degli elementi rimossi e per ottenere l’ampliamento dell’apertura esistente si consiglia l’uso di elementi lapidei, lignei o metallici escludendo l’uso di elementi in calcestruzzo o in laterocemento. L’intervento dovrebbe prevedere la puntellatura della muratura sovrastante e circostante l’apertura da ampliare con appoggi esterni al piano della parete, lo smontaggio della porzione muraria costituente il parapetto con costruzione di nuovi stipiti (previo puntellamento di quelli esistenti, in caso di ampliamento verso il basso), garantendo un buon ammorsamento fra i nuovi elementi di costruzione dell’apertura alla muratura contermine.

Si sconsigliano sempre allargamenti delle aperture verso i lati (le cosiddette finestre-quadro) anzitutto per ragioni di ordine strutturale che potrebbero determinare la modifica della distribuzione dei carichi e delle sollecitazioni interne e poi per ragioni di tipo costruttivo e tipologico, le cosiddette finestre-quadro o grandi finestroni rettangolari, seppure suggestivi sul piano della vista goduta, non appartengono alla tipologia di finestrature delle nostre cascine e la loro realizzazione apporta una modifica al disegno originario dei prospetti che spesso mal si inserisce nei contesti rurali dei nostri borghi locali.

In presenza di pareti grigliate esemplificative della ruralità dei nostri luoghi è sempre auspicabile la loro conservazione nel rispetto del disegno geometrico originario.

In presenza di grandi aperture ad arco tipiche dei vecchi fienili piemontesi è auspicabile la loro conservazione: la chiusura parziale o completa delle aperture dei fienili o dei loggiati con pareti opache in muratura dotate di serramenti o con serramenti di grandi dimensioni dovrebbe essere sempre evitata al fine di mantenere sempre leggibile la funzione originaria del corpo di fabbrica e la morfologia delle eventuali aperture ad arco esistenti.

Per questa ragione è importante “educare” chi compra un vecchio edificio alla comprensione e corretta lettura del fabbricato, il cui fascino risiede proprio nella specifica identità architettonica che qualora alterata viene a rappresentare un altro oggetto, diverso da quello di prima, con meno fascino e meno valore storico.


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