Nel cuore del Roero in Provincia di Cuneo il Comune di Monticello d’Alba
Monticello d’Alba è comune in provincia di Cuneo bagnato dal fiume Tanaro, situato nel cuore del Roero. La sua fama è principalmente dovuta al maestoso Castello che ancora conserva, uno degli esempi più caratteristici di fortezza medievale.
Origini del borgo di Monticello e storia del Castello
Le origini del borgo si fanno risalire ad epoca romana anche se di questo periodo non si hanno precisi riferimento documentari, si parla del feudo di Monticello per la prima volta nel 1041 in un documento di conferma dei territori del Vescovo di Asti. Per il Comune di Monticello una data importante è qiuella del 1241, anno nel quale il feudo passò dalle mani del vescovo di Asti a quelle della famiglia Malabaila.
Attorno alla metà del Trecento la famiglia Malabaila astigiana fece erigere il castello, atto che scatenò la reazione dei sudditi sedata dall’intervento militare dei Roero. Questi ultimi dal 1376 per volere del Papa Gregorio XI divennero i nuovi feudatari di Monticello e ricostruirono il borgo seriamente danneggiato durante la guerra tra Alba ed Asti.
Nel XVII secolo Monticello d’Alba passa ai Savoia, i quali fecero del borgo un quartiere generale di sicurezza durante il periodo della guerra per il Monferrato. Nel XVIII secolo Francesco Roero fece degli importanti lavori di ammodernamento del castello che venne trasformato da maniero medievale a residenza signorile.
Il Castello sorge su una altura di circa 400 metri sul luogo nel quale nel XII secolo dovette esistere una fortificazione come si legge nel codex astensis , una raccolta di cronache e documenti medievali che vanno dal 1065 al 1353 inerenti alla città di Asti.
Durante i secoli ebbe alcune modifiche ma la più importante, come già detto, avvenne per opera di Francesco Roero e la sua consorte Paola del Carretto di Gorzegno. Il progetto dell’architetto Rangone comprese una scala di stile barocco intorno alla torre con nicchie ovali e stucchi lungo le rampe; tale scala venne eliminata nel XIX secolo a causa di un terremoto che colpì la zona.
Vennero inoltre aboliti il ponte levatoio e tutti gli altri elementi difensivi per lasciare spazio ad un ampio giardino.
La facciata del castello è costituita da due torri: un torrione rotondo ed una torre quadrata; è caratterizzata da mattoni a vista se ne contano circa cinque milioni.
Al primo piano si possono ammirare grandi finestre rettangolari mentre al secondo è situata la Galleria di Diana.
Nel XIX secolo l’architetto giardiniere Saverio Kurten, artefice del parco del Castello di Racconigi, realizzò i giardini secondo una tradizione romantica inglese; sfruttò la bellezza della natura esaltando le qualità del paesaggio. Si possono osservare lunghi viali alternati a sentieri tortuosi che si estendono in varie direzioni con piazzole e laghetti di estrema bellezza.
Di interesse artistico religioso troviamo la Parrocchiale di San Ponzio con il campanile trecentesco originale; la chiesa in parte ricostruita tra il XVII ed il XVIII secolo è caratterizzata da una sola navata con cinque altari uno dei quali della famiglia Roero.
Di pregio anche l’antichissima Pieve di San Ponzio nel cimitero della frazione Villa, all’interno si possono ammirare pregevoli affreschi del XII secolo in uno stato di modesta conservazione. L’affresco più antico posto nell’abside è quello raffigurante San Ponzio, diacono di Cartagine vissuto attorno al III secolo D.C., rappresentato con vesti religiose e con gli strumenti del suo ministero.