Dal 2019 ripartono i contributi ai privati per restauri e interventi conservativi su beni culturali
Dal 2019 ripartono i contributi ai privati per restauri e interventi conservativi su beni culturali
Disposizioni attuative art.1 Legge di Bilancio 2018 in materia di contributi di cui all’art.35 Codice Beni Culturali
Il 24 ottobre 2018 è stato finalmente firmato dal ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli e dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria il decreto contenente le disposizioni attuative per i contributi ai privati previsti dall’articolo 35 del Codice dei beni culturali e del paesaggio.
Come già anticipato nell’articolo Tornano i contributi per gli interventi di restauro dei beni vincolati privati di gennaio 2018 la manovra dello scorso anno ha infatti stabilito che gli interventi di cui alla disposizione del Codice sarebbero stati finanziati nel limite massimo di 10 milioni di euro per l’anno 2019. A decorrere dal 2020, il finanziamento sarà di 20 milioni di euro annui.
Le domande contributo dovranno essere presentate esclusivamente per via telematica (utilizzando la modulistica presente sui portali delle Soprintendenze regionali) nel periodo compreso tra il 1 gennaio e il 31 maggio di ciascun anno.
La ripartizione delle risorse a disposizione: i 3 parametri e i 6 criteri di priorità
Il budget disponibile per ogni Regione è stato quantificato sulla base di specifici parametri che tengono conto:
- del numero di istanze contributo presentate da ciascuna Regione rispetto a quelle presentate su scala nazionale
- del numero di beni vincolati presenti in ciascuna regione
- della programmazione media in conto capitale di ciascuna regione negli ultimi 5 anni.
Nell’accoglimento delle istanze si darà priorità ai seguenti interventi:
- ricostruzione a tutela del patrimonio culturale nelle aree colpite da eventi sismici o altri eventi calamitosi;
- situazioni eccezionali connesse al rispetto di intese istituzionali di programmi;
- situazioni di grave difficoltà economica del beneficiario da accertare e documentare a cura del competente Segretariato Regionale del Ministero;
- regolare apertura al pubblico del bene culturale;
- superamento ed eliminazione delle barriere architettoniche;
- ricostruzione e tutela del patrimonio culturale nelle aree urbane degradate delle periferie.
Nell’ambito di ogni criterio si provvederà al riconoscimento dei contributi tenendo conto dell’ordine cronologico di presentazione della domanda, ivi incluse quelle eventualmente non soddisfatte l’anno precedente.
Le tipologie di contributo: in conto capitale (a lavori collaudati o tramite SAL) e in conto interessi (sui mutui contratti)
La partecipazione dello Stato prevede due diverse forme di contributo: in conto capitale – a lavori terminati e collaudati oppure tramite acconti sulla base dello stato avanzamenti lavori regolarmente certificati (rif. artt. 35-36 Codice) oppure in conto interessi (rif. art.37 Codice) su mutui contratti per tali finalità.
Le risorse per i contributi in conto interessi saranno stabilite annualmente con Legge di Bilancio nei limiti stabiliti con apposito decreto interministeriale (Mibac-Mef) di cui all’art.31 comma 2 bis del Codice mentre quelle per i contributi in conto capitale sono già state stanziate in quota certa e stabile individuate dal comma 314 art.1 Legge di Bilancio 2018
Come più volte chiarito per la concessione del contributo pubblico, sia esso in conto capitale o conto interessi, il Codice prevede quale “controprestazione” l’onere di apertura al pubblico dei beni culturali (oggi divenuto un criterio di priorità nell’assegnazione del contributo) secondo modalità fissate caso per caso tramite appositi accordi o convenzioni che stabiliscono dei limiti temporali sull’obbligo di apertura.
La quota percentuale di partecipazione pubblica e gli aspetti prioritari
La quota percentuale che potrà essere assegnata al privato è fissata nella misura massima non superiore alla metà della spesa (quindi al massimo il 50% dei lavori indicati nel computo metrico) e terrà conto dei 3 paramenti e soprattutto dei 6 criteri sopraindicati. Saranno determinanti la rilevanza e l’urgenza dell’intervento, la maggiore o minore fruizione del bene ma anche la presenza di altri contributi pubblici e di altri eventuli contributi privati relativamente ai quali siano stati ottenuti benefici fiscali.
Queste le ultime novità. Hai bisogno di un chiarimento o di una consulenza? CHIAMA ORA << 339 86 34 672 >>
Buongiorno
sono socio di una societa’ che ha una proprieta’ con un parco protetto dalla Sovrintendenza.
Volevo chiederle se ci sono fondi per il ripristino del sito.
grazie
Grazie
Buongiorno Paride,
sono vincolate sia la proprietà che il parco o solo il parco? Si tratta di un vincolo architettonico o paesaggistico?
Questi due aspetti sono importanti per definire bene la tipologia di tutela.
I fondi che il ministero mette a disposizione suddividendoli per le singole regioni possono essere chiesti ma occorre comunque redigere un progetto di restauro con relativo computo metrico teso ad accertare la congruità dei prezzi.
Il mio suggerimento è di verificare anzitutto la tipologia di vincolo di tutela e successivamente di rivolgervi ad un tecnico architetto che abbia esperienza in questo settore.
Cordiali saluti
Antonella Caldini
Alcuni miei parenti hanno ereditato una chiesetta Privata del 1600 , che stanno lasciando, purtroppo , andare in malora , La chiesetta in questione si trova nel comune di Morano (calabria ) .Mi piange il cuore vederla andare in rovina e perciò vorrei sapere se ci sono dei fondi da poter utilizzare per il restauro e la messa in sicurezza del bene . L’occasione mi è gradita per porgere cordiali Saluti
Buongiorno Valeria,
se la chiesetta in questione è un bene culturale ossia è sottoposto a tutela da parte della soprintendenza potete accedere ai fondi statali per il restauro dei beni culturali.
Il contributo non copre tutto il restauro ma solo una percentuale (dal 30 al 40%). In ogni caso però per accedere ai fondi vi serve un progetto di restauro autorizzato con un computo metrico che stimi l’importo dei lavori.
Fare affidamento unicamente sui contributi per restaurare un bene privato non è la via giusta.
Ricordo però che il possessore di un bene culturale ha l’obbligo di “conservare” il bene culturale di sua proprietà.
Buongiorno Arch. Antonella B. Caldini,
Le scrivo per avere maggiori INFORMAZIONI in merito hai contributi.
Proprietario di un appartamento nella storica CASCINA S.AMBROGIO di BRUGHERIO (MB) sto cercado contributi a fondo perso, anche a livello europeo, per la “conservazione” e tutela di un patrimonio tutelato dai beni culturali:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/0300102437
Sperando d’aver fatto cosa gradita, attendo una Sua cortese risposta in merito.
Enrico MIRAL
miral68fly@gmail.com
Buongiorno a lei Enrico,
l’articolo che richiama è molto vecchio sul portale troverà nuovi e più attuali aggiornamenti.
Se il bene è culturale, quindi, sottoposto a tutela, può richiedere i contributi statali erogati dal Segretariato a consuntivo.
Ecco qui il link ad un articolo più aggiornato: https://www.restauroeconservazione.info/contributi-statali-restauro/
salve ho una greca lucchese da restaurare risalente agli ultimi anni del 900 vorrei sapere gentilmente se ci sono dei contributi
Gentile Eugenio,
i contributi di cui parlo nel blog interessano nello specifico beni culturali soggetti a vincolo ex D. Lgs. 42/2004 non so se il bene di cui parla è un bene soggetto a vincolo. In difetto non saprei come aiutarla.
Buonasera
Ho fatto nel 2010 un restauro conservativo su un bene tutelato. Non ho main richiesto contributi, sono in tempo?
Grazie
Buongiorno signor Russu,
verifichi anzitutto se il tecnico ha richiesto il certificato di regolare esecuzione all’ente di tutela. Non il collaudo finale depositato in Comune a fine lavori ma quello che reca la firma del soprintendente e che viene richiesto alla Soprintendenza. Dopo di che le dico che nel 2019 e ne 2020 sono stato finanziati lavori che dovevano ancora partire quindi è possibile che la sua istanza non venga accolta. Io però se fossi in lei la richiesta la farei comunque e allegherei, appunto, la regolare esecuzione che attesta il buon esito dei lavori. Chieda al tecnico che l’ha seguita vedrà che saprá darle i giusti consigli. Buon lavoro e continui a seguirci
HO UNA CHIESA PRIVATA DA RESTAURARE PER VIA DEL SISMA 2016 E' POSSIBILE ADERIRE AL SISMA BONUS?
il mio immobile è in provinci di Ascoli Piceno
Certo che può accedere ai fondi sismabonus l’importante è, se si tratta di “bene culturale”, che chieda anticipatamente il nulla osta ai lavori alla Soprintendenza (entre preposto alla vigilanza del bene)