Nel cuore di Sestri Ponente una villa destinata alla Compagnia di Gesù
Nel cuore di Sestri Ponente, in prossimità della Chiesa di San Francesco, è visibile uno degli esempi genovesi più significativi (insieme al complesso di Santa Chiara e al Palazzo Grondona-Bruzzo andato distrutto) di villa utilizzata dalla Compagnia di Gesù come residenza estiva per i padri e gli studenti del collegio. Destinata alla villeggiatura dei ragazzi, questo palazzo fu donato alla Compagnia da Stefano Spinola di Francavilla il quale ne aveva però lasciato l’usufrutto al nipote Agostino Grimaldi. Alla morte di quest’ultimo, nel 1733, i padri divennero ufficialmente i possessori dell’edificio dando soddisfazione così ad un bisogno di magnificenza che si era già manifestato in altre occasioni.
In realtà la villa non rispondeva a tutte le esigenze dei padri: il sito in cui era collocata, pur garantendo agli studenti un soggiorno sufficientemente salubre, risultava infatti eccessivamente periferico e la villa richiedeva, per poter essere utilizzata, di un consistente ampliamento. Benché tali difficoltà avessero indotto inizialmente l’ordine a pensare di vendere l’immobile, in seguito fu tuttavia scelto di mantenere la proprietà dell’edificio che fu però probabilmente quasi interamente riedificato.
Il nuovo assetto della villa, progettato dal gesuita Cesare Ferreri e completato nel 1735, prevedeva un corpo centrale adibito a funzioni di rappresentanza e due ali laterali destinate alle celle nel tentativo di risolvere con un certo equilibrio il problema del rapporto tra le esigenze dettate dalla vita comunitaria e il bisogno di rappresentare in modo adeguato il prestigio raggiunto dall’Ordine. In questa fase fu realizzata anche la decorazione degli ambienti interni.
A Francesco Schiaffino e Rolando Marchelli furono commissionati, rispettivamente, gli arredi marmorei e le tavole che ornavano la cappella; a Domenico Parodi, o alla sua cerchia, si devono invece gli affreschi, tuttora visibili negli ambienti della villa, caratterizzati da sfondati architettonici, finti stucchi e raffinati sovraporte a soggetto mitologico e allegorico.
L’attribuzione all’ambito del Parodi è stata proposta dalla critica sulla base non solo dell’analisi stilistica ma anche della consapevolezza che l’artista, che godeva di una particolare approvazione da parte dell’Ordine, aveva lavorato spesso per la famiglia Durazzo: non sarebbe dunque un caso che un membro di questa famiglia fosse a guida del Collegio proprio durante i lavori di riedificazione della villa.
Nel 1778, una volta soppressa la Compagnia, la villa, completa di tutti i mobili e gli arredi andati poi venduti nel 1785, risulta affittata a Gio Luca Durazzo.
Utilizzata nel 1800 come ospedale per i soldati francesi, fu acquistata prima da Giuseppe Casanova, che nel 1856 vi ospitò la Duchessa di Orléans (il soggiorno è ricordato da una lapide che recita: «Leurs altesse royalles, Hélene de Mecklembourg, Duchesse d’Orléans, Luois Philippe d’Orléans, comte de Paris, Robert d’Orléans, Duc de Chartres, ont habitè ce palais dépuis le 24 octobre 1850 jusqu’au 6 Mai 1857. Heureux de cet honneur, Joseph Casanova a fait placet cette incription pour en perpétuer le souvenir»), poi dalla famiglia Raggio e, infine, dal banchiere Giuseppe Parodi il quale, nel 1905, la vendette al Comune di Sestri Ponente che vi installò le Scuole Dante Alighieri, tuttora presenti.
Le vicissitudini storiche e i cambiamenti di destinazione hanno inevitabilmente segnato il complesso provocando la scomparsa della decorazione ad affresco dalla facciata principale e l’asportazione, o la distruzione, degli infissi, delle inferriate e delle ringhiere originali delle scale da parte delle truppe austriache nel 1747.
Rimangono il giardino, seppur profondamente modificato e ridotto nelle dimensioni, e, in corrispondenza del principale varco d’accesso al parco, quella che forse è identificabile come la Casa del Manente (in copertina).
Particolare di uno dei sovra porta del corridoio di Ponente al I piano della Villa
Particolare della decorazione della volta della Sala Claudio Costa (ex Cappella)