Il complesso della Villa Paolina nei boschi della Valmanera oasi WWF
Villa Paolina è un complesso architettonico immerso nei boschi della Valmanera in provincia di Asti. Le prime notizie del complesso risalgono a metà Ottocento quando la tenuta era di proprietà della famiglia Bussa di Casale Monferrato che la utilizzava come residenza di campagna. La sua prima denominazione era, infatti, quella di “Cascina Bussa”, fu proprio questa famiglia che la trasformò grazie ad importanti lavori di ampliamento in un complesso di importante magnificenza in stile liberty con decori floreali. Il suo massimo splendore si ebbe tra il XIX ed il XX secolo sotto la gestione dell’ultimo erede Giovanni Bussa, stimato pittore e ritrattista che dedicò la villa alla madre Paolina a cui era particolarmente legato, nobildonna della casata di George de la Motte. La vita di Giovanni terminò tragicamente nel 1955, non avendo eredi, donò la villa ed i terreni di pertinenza all’istituto Carlo Alberto di Torino, che utilizzò il complesso come luogo estivo delle suore fino agli anni Ottanta quando venne abbandonata e lasciata in balia del degrado.
Nel 1984 la sezione astigiana del WWF lanciò l’idea di utilizzare la villa come centro per il rispetto ambientale, purtroppo a causa di varie vicende burocratiche ci vollero anni per arrivare ad una degna conclusione. Nel frattempo sia il degrado del tempo che atti di saccheggio e vandalismo ridussero la struttura ad un rudere con gravi condizioni sul piano statico e strutturale: era crollata parte del tetto, erano state distrutte finestre, porte e persiane, rubate le maniglie delle porte insomma un cumulo di macerie.
Nel 1992 il Comune di Asti, affidatario della villa per conto del proprietario Comune di Torino, stipulò un accordo col WWF, che venne perfezionato alcuni anni più tardi dalla stessa amministrazione astigiana, divenuta nel frattempo proprietaria, la quale avvià importanti lavori di restauro e messa in sicurezza sia della struttura architettonica che del parco, con grande opera anche di volontariato. Il 28 settembre del 2002 con la fine dei lavori, venne inaugurata la struttura con l’ostello, ex stalla restaurata con fondi regionali, e le varie sale scientifiche. Il nucleo originario della villa era formato da un edificio rettangolare, successivi lavori trasformarono la struttura su due piani più la mansarda; ogni stanza era abbellita con decorazioni floreali di notevole splendore come si evince da ritrovamenti durante i lavori di rimozione dell’intonaco che portarono in luce una trave del piano superiore e stucchi a tema floreale e vegetale.
Attualmente la villa è costituita da una facciata verde con parti in ferro scure, abbellita dal marciapiede in pietra di Luserna formato da ciottoli. Al pian terreno sono collocati gli uffici, i laboratori, le cucine e l’alloggio del custode; al primo piano, raggiungibile attraverso una scala in pietra con una ringhiera del XIX secolo in ghisa, si trovano le stanze museale riguardanti sia la flora che la fauna del luogo sia sezioni dedicate alla geologia ed alla paleontologia. Infine l’ultimo piano composto da camere da letto con annesso bagno per i turisti nella zona mansardata e da un salone denominato “Sala del pittore” con soffitto ligneo a vista alto sette metri ed un imponente lucernario oltre a due finestroni attraverso i quali si può ammirare l’esteso parco ed il paesaggio collinare attorno. La sala del pittore, originariamente l’atelier di Giovanni Bussa, è oggi utilizzata come spazio per riunioni ed eventi e può ospitare fino a quaranta persone.
Di particolare importanza meritano citazione le strutture del vecchio pozzo/lavatoio e la legnaia. Il primo edificio a pianta quadrata, una delle strutture più antiche del comprensorio, all’interno ospitava un pozzo che serviva per attingere l’acqua per usi domestici. L’edificio era costruito in mattoni con archi di sostegno. Al piano superiore sono custoditi due lavatoi ed un fornello per scaldare l’acqua che serviva assieme alla cenere per sgrassare i capi. Grazie ad importanti restauri finanziati dal Rotary di Asti, attualmente la struttura si è trasformata in osservatorio per gli uccelli e in un laboratorio didattico per la trasformazione del prodotto dalle api al miele; inoltre l’illuminazione è garantita da pannelli solari. La legnaia invece era un edificio in ferro e rete utilizzato in origine come pollaio con il tetto in lamiera; in epoca moderna, dopo dovuti restauri, si è trasformato in deposito di legname, derivante da alcuni lavori nelle costruzioni e dalla sistemazione della vegetazione del bosco. Il tetto è stato rifatto con capriate in ferro ricoperto con travi di legno e copertura in coppi; il pavimento è stato realizzato con mattoni a secco.
Per maggiori info: https://www.villapaolinaasti.com/