Nella Langa astigiana ad 800 mt di altezza il caratteristico paesino di Roccaverano
Percorrendo sempre nuovi itinerari alla ricerca di luoghi caratteristici e storie da raccontare mi sono trovata di fronte ad un paese della Langa astigiana a circa 800 metri di altezza: Roccaverano. Ha la caratteristica di essere arroccato nel verde in cui le bellezze naturali si alternano a quelle di pregio artistico; tutto attorno fanno da cornice l’appennino ligure ed il cerchio delle Alpi che domina il paesaggio che dal Monferrato arriva alle Langhe.
Roccaverano è dominata dalla Torre di Vengore da cui si ha una magnifica veduta, risale al XIV/XV secolo, ospitava una guarnigione ed era unita ad una serie di fortificazioni militari. Dopo importanti restauri promossi dal Comune e dalla Comunità montana, la torre ad oggi è visitabile al pubblico e rappresenta uno dei simboli della Langa astigiana. Adiacente alla torre si può ammirare ciò che resta del Castello di Rocca costruito nel 1255 dal marchese Bonifacio del Carretto, aveva una forma rettangolare e serviva sia come difesa militare che come abitazione civile. Il nome Roccaverano deriva da Rocca più Ovrano, un torrentello del territorio comunale, affluente del Bormida (ramo di Spigno Monferrato) a Mombaldone. L’origine del paese va unita a quella dei Liguri Statielli del territorio acquese, e come essi subiscono la dominazione romana fino al 476 d.C..
Quando si parla di Roccaverano viene immediatamente alla mente il formaggio tipico d.o.p. le cui origini sono antichissime ne parlava Plinio in epoca romana ma si pensa che risalgono addirittura all’epoca dei celti-liguri. In origine il formaggio non aveva una regola casearia precisa e ogni famiglia usava le proprie conoscenze personali tramandate dagli avi; si utilizzava latte sia di mucca che di capra o pecora che veniva trasformato in burro attraverso un particolare procedimento. Negli anni Cinquanta i contadini, con le loro gerle, portavano i prodotti nei vari mercati settimanali per essere venduti sia a piedi o sul dorso di muli oppure in epoca successiva con le corriere. Nel 1962 nasce il caseificio sociale di Roccaverano col compito di tutelare l’importante tradizione della formaggetta; viene stipulato uno statuto col quale viene decretato l’obbligo per i soci della consegna di tutto il latte prodotto in azienda. La produzione di robiola e burro incomincia nel luglio del 1968 ed è l’inizio della storia di questo formaggio riconosciuto in tutta Europa per la qualità ed il valore.
Tra le curiosità di Roccaverano meritano una citazione gli Scau, piccole costruzioni in pietra situate spesso accanto a cortili che servivano per essiccare le castagne raccolte nei boschi prima del loro svariato utilizzo.
Tra le varie costruzioni religiose la Parrocchiale della S.S. Maria Annunziata, che ho deciso di trattare con un articolo a parte per la sua originale storia, e la Chiesa di San Giovanni Battista, antica parrocchiale declassata a chiesa campestre e cimiteriale dopo la costruzione di S.S. Maria Annunziata. La prima menzione della chiesa risale al 1345 quindi si deduce che l’origine risalga all’inizio del XIII secolo, gli unici elementi rimasti dell’epoca sono i primi due ordini del campanile in stile romanico. Di altre epoche sono gli archi a sesto acuto ed alcune opere pittoriche in stile gotico, mentre la facciata della chiesa e la navata d’ingresso risalgono al XVII secolo. L’interno ad una sola navata conserva un importante ciclo di affreschi gotici tra i più preziosi dell’astigiano, che rappresentano la vita di San Giovanni Battista; inoltre nelle vele della volta sono rappresentati gli Evangelisti ed al centro Gesù Cristo.
Roccaverano tra le sue pietre secolari racchiude secoli di storia, tante vicende segrete e misteriose che i libri non raccontano ma che restano celate nei suoi monumenti storici, a volte sembra che i secoli non siano trascorsi ma quando attorno si vedono i segni del tempo, delle guerre e delle sofferenze passate allora ci si rende conto che le genti che hanno vissuto in questo luogo, come in altri paesi della vallata, hanno scandito la propria vita rurale e contadina col sudore, la forza e la tenacia di andare avanti malgrado le difficoltà di ogni giorno.