#IONONRISCHIO cosa conviene sapere sui terremoti e sui comportamenti più appropriati
#iononrischio…e si torna a parlare di terremoto dopo i tristissimi avvenimenti dello scorso 30 ottobre 2016 quando la terra è tornata a tremare a distanza di pochi mesi dal 24 agosto 2016 quando è stata quasi rasi al suolo la bella cittadina di Amatrice. Ma siamo davvero preparati a questo evento? Sul portale della Protezione Civile www.iononrischio.it vengono date una serie di utili informazioni che cercheremo di seguito di riassumere. Occorre anzitutto sapere che negli ultimi anni sono avvenuti circa 3000 terremoti più o meno gravi, di questi 300 (magnitudo superiore a 5.5) hanno avuto effetti distruttivi e addirittura uno ogni dieci anni ha avuto effetti catastrofici, con un’energia paragonabile al terremoto dell’Aquila del 2009. Tutti i comuni italiani possono subire danni da terremoti, ma i terremoti più forti si concentrano in alcune aree ben precise: nell’Italia Nord-Orientale (Friuli Venezia Giulia e Veneto), nella Liguria Occidentale, nell’Appennino Settentrionale (dalla Garfagnana al Riminese), e soprattutto lungo tutto l’Appennino Centrale e Meridionale, in Calabria e in Sicilia Orientale. Una scossa sismica provoca oscillazioni, quelle più dannose sono orizzontali. Gli edifici più antichi e quelli non progettati per resistere al terremoto possono non sopportare tali oscillazioni, e dunque rappresentare un pericolo per le persone. È il crollo delle case che uccide, non il terremoto. Oggi, tutti i nuovi edifici devono essere costruiti rispettando le normative sismiche. A parità di distanza dall’epicentro, l’intensità dello scuotimento provocato dal terremoto dipende dalle condizioni del territorio, in particolare dal tipo di terreno e dalla forma del paesaggio. In genere, lo scuotimento è maggiore nelle zone in cui i terreni sono soffici, minore sui terreni rigidi come la roccia; anche la posizione ha effetti sull’intensità dello scuotimento, che è maggiore sulla cima dei rilievi e lungo i bordi delle scarpate. Per cercare di conoscere e controllare il fenomeno è importante monitorare il territorio; promuovere e attuare politiche di riduzione della vulnerabilità del patrimonio edilizio pubblico e privato, per rendere più sicuri case, scuole, ospedali, beni culturali e strutture per la gestione dell’emergenza; aggiornare la classificazione sismica e la normativa, indicando i criteri per la costruzione nelle zone a rischio e per una corretta pianificazione del territorio; realizzare programmi di formazione, esercitazioni e attività di sensibilizzazione della popolazione: essere consapevoli e preparati è già un modo per ridurre il rischio. Infine è molto importante sapere quando e come è stata costruita la tua casa, su quale tipo di terreno, con quali materiali. E soprattutto se è stata successivamente modificata rispettando le norme sismiche. Se hai qualche dubbio o se vuoi saperne di più, puoi rivolgerti all’ufficio tecnico del tuo Comune oppure a un tecnico esperto.