Terminati i lavori di restauro nella Chiesa della Madonna di Oviglio
Terminati lo scorso 2 novembre i lavori di restauro…
Si sono ufficialmente conclusi lo scorso 2 novembre i lavori di restauro all’interno della piccola Chiesa della Madonna ad Oviglio realizzati grazie ai contributi 8X1000 della CEI. I nuovi colori di chiesa e campanile sono il risultato delle indagini diagnostiche che ne hanno consentito la riproposizione in accordo con gli enti di tutela.
Facciamo per un attimo il punto sul cantiere di Oviglio al quale questo blog ha dedicato diversi contributi.
In un primo contributo di novembre 2017 dal titolo “Le complicate vicissitudini della piccola Chiesa della Madonna di Oviglio” abbiamo inquadrato storicamente l’edificio e raccontato alcune vicissitudini storiche: come il fatto che deve il suo nome all’essere stato in origine l’Oratorio dell’antica Confraternita dell’Assunta (o Annunziata) come riferiscono le relazioni delle visite pastorali dal 1500 in avanti.
Abbiamo parlato per la prima volta di restauro dell’edificio in un articolo del luglio 2019 dal titolo “Al via il restauro della piccola Chiesa della Madonna di Oviglio (Al)” nel quale abbiamo indicato quali parti di manufatto sarebbero state oggetto di intervento.
In un terzo articolo di settembre 2020 dal titolo “Proseguono i lavori di restauro nella Chiesa della Madonna ad Oviglio” abbiamo raccontato l’interessante campagna scavi archeologici che è stata condotta all’interno per consentire il risanamento conservativo del sottofondo della pavimentazione interna.
L’articolo dello scorso ottobre (2020) dal titolo “Tornano i colori storici sul campanile della Chiesa della Madonna di Oviglio” lo abbiamo interamente dedicato alla campagna stratigrafica condotta sulle superfici esterne intonacate del campanile, realizzata da Restauratore di Beni Culturali, che ha consentito di rintracciare le coloriture storiche e di riproporle al posto delle esistenti a base polimerica.
In questo ultimo articolo parleremo dei risultati delle indagini stratigrafiche condotte sulla facciata che hanno permesso di trovare delle continuità cromatiche con il campanile e di giungere alla definizione di un’immagine diversa dell’edificio che non è il frutto di un’operazione di restyling ma la scelta coraggiosa di riproporre le vecchie cromie.
Gli esiti della campagna stratigrafica sulla facciata
La campagna stratigrafica condotta sugli intonaci della facciata ha fornito interessanti informazioni circa le storiche coloriture, evidenziando forti continuità con quelle del campanile. L’intervento è stato affidato alla Gazzana Restauri Srl di Acqui Terme che aveva già operato sul campanile.
Come emerge dalla relazione storico-artistica allegata al progetto di restauro l’ultimo intervento documentato sulla facciata ha interessato sia gli intonaci che la coloritura (nonché il restauro del portone ligneo) e risale al 1988.
L’esito di questo intervento ha portato alla stesura di una tinta a base polimerica di tonalità grigio-chiaro sulle campiture di fondo e grigio scuro sulle parti in aggetto.
Sono stati realizzati numerosi tasselli mediante azione meccanica con bisturi, ablatore ad ultrasuoni e microscalpelli effettuati sia in corrispondenza dei fondi che degli aggetti e sono stati selezionati unicamente quelli più significativi.
La presenza di una sola coloritura a base polimerica sul fondo facciata ha permesso di stabilire che durante gli ultimi interventi manutentivi gli intonaci originali siano stati integralmente rimossi.
Sugli elementi a rilievo, invece, sono state scoperte due coloriture a calce sul cornicione, tre coloriture a calce sul portale ed una soltanto sulla cornice del tondo e della finestra centrale.
Anche all’interno del tondo della facciata non sono state ritrovate tracce di coloritura ma solo l’intonaco di fondo.
Dovendo effettuare una similitudine con la campagna stratigrafica effettuata sul campanile è possibile affermare come le coloriture ritrovate sugli aggetti della facciata fossero praticamente uguali a quelle ritrovate sul campanile mentre rispetto alle campiture di fondo della facciata non è stato possibile effettuare alcun confronto specifico e si è optato, in accordo con gli enti di tutela, di restituire al manufatto un’unitarietà di immagine con una cromia di fondo in completa sintonia con le tinte originali.