Diamo una mano per Madonna della Fonte e raccontiamo la nostra esperienza di crowdfunding
Lo scorso luglio abbiamo raccontato della creazione di un team di specialisti impegnati in una campagna di raccolta fondi per il restauro di un bene culturale del nostro territorio. Oggi, a distanza di quasi due mesi, siamo pronti a condividere la parte iniziale di questa esperienza.
Questa campagna crowdfunding è legata al recupero della Chiesa della Madonna della Fonte ed è stata avviata grazie al contributo di un mecenate, Don Claudio Pistarino, nell’ambito di una delle botteghe di Guilds42.
Il bene culturale in questione è una piccola pieve rurale sita nel Comune di Felizzano, simbolo di una comunità religiosa ben radicata ed espressione di una tipologia edilizia piuttosto comune in Piemonte. I manufatti rurali sono infatti elementi tipici della tradizione contadina ed identitari dei paesaggi agricoli.
Quale è la prima novità di questa iniziativa?
La prima novità va individuata nel team di lavoro che si distingue per competenza professionale ed eterogeneità: si sono infatti adoperati in questa campagna professionisti con formazione universitaria e post universitaria provenienti da contesti nazionali ed internazionali: Campania, Veneto, Piemonte ma anche Belgio e Brasile. Questa è la dimostrazione che è possibile lavorare ad obiettivi comuni superando qualunque limite geografico.
Cosa differenzia questa campagna dalle altre?
Questa campagna non nasce da un progetto ben confezionato lanciato su una delle tante piattaforme crowdfunding presenti online ma dall’incontro in bottega di professionisti che si sono messi in gioco, spogliandosi delle formazioni universitarie e post-universitarie e diventando “garzoni” al servizio del mecenate e dell’artista di bottega.
Inutile dire che il modello è quello delle botteghe rinascimentali dove i garzoni dimostravano sul campo il loro valore acquisendo ogni giorno nuove competenze.
In questo caso le competenze non sono quelle strettamente legate alla professione dell’architetto bensì agli strumenti che possono aiutare un professionista a trovare i mezzi per cofinanziare il recupero di un bene del quale si è fatto promotore.
Così i membri del team per lavorare al progetto con esperti del settore hanno dovuto acquisire un linguaggio digitale che consentisse loro di approcciarsi al crowdfunding, al marketing digitale e all’inbound.
A cosa serve acquisire competenze digitali per restaurare un bene culturale?
Sebbene questi due argomenti non sembrino avere un comune denominatore in effetti non è proprio così. Stiamo lavorando con strumenti digitali alla creazione di una “folla” (crowd appunto) che ci possa sostenere non soltanto in termini economici ma soprattutto nel dare risonanza a questa iniziativa.
Siamo convinti del fatto che questo possa essere un progetto pilota per avvicinare non soltanto i professionisti impegnati nella conservazione e nel restauro di questo tipo di beni e i relativi proprietari o “detentori” (parrocchie, parroci, fondazioni, privati, etc.) ma anche gli appassionati del patrimonio culturale che si spendono ogni giorno per conservare quanto abbiamo ricevuto in eredità dai nostri precedessori.
Vogliamo raccontarvi in pillole la nostra avventura con la speranza di riuscire ad appassionarvi ogni giorno di più. Quindi restate connessi…
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Brava Antonella!
è difficile essere obiettivo quando ci sono affetti di mezzo ma sono sicuro di potermi esporre perché conosco quello sguardo determinato ed ho sperimentato sulla mia pelle quanto tu sappia essere concreta e metodica.
Hai scritto un articolo proprio bello: non era facile condensare in così poche righe l’anima di questo progetto e tu ci sei riuscita bene imho.
Si parte… la destinazione è importante ma è il percorso che lascerà un segno indelebile nella nostra memoria
Grazie a te del sostegno in questa fantastica avventura che spero possa ispirare molte persone, proprietari e detentori di beni culturali compresi