L’architettura rurale dei “ricetti” e il caso del ricetto di Candelo (BI)
Il Piemonte è una regione ricca di paesaggi naturali che dalle Alpi alla pianura padana, dai vigneti dell’astigiano alle colline di Langhe, Monferrato e Roero; raccoglie storia e tradizioni popolari. In questa armonia di note sono sorti al fianco dei castelli e delle abbazie edifici civili più semplici ed esempi particolari di architettura rurale come i "ricetti".
Il termine deriva dal latino “receptum” e significa rifugio poiché si tratta di strutture di epoca medievale fortificate che servivano come riparo dagli attacchi militari sia per le persone che per il bestiame. Lo scopo primario della loro costruzione era difendere l’autonomia, appena conquistata, dei Comuni, soprattutto in quei periodi di scorribande e saccheggi di popoli guerrieri del nord Europa. Non erano luoghi abitati, dato il loro utilizzo temporaneo, li possiamo accostare ovviamente con le dovute cautele, ai più recenti rifugi antiaerei della seconda guerra mondiale.
I ricetti hanno avuto origine nel XII secolo erano costituiti da mura a forma quadrata o rettangolare ai cui angoli erano poste delle torri e da un ingresso; le strade al loro interno erano parallele o perpendicolari e le case in esse erano di piccola dimensione e molto semplici. Uno dei ricetti più caratteristici è quello di Candelo in provincia di Biella, con mura, case e strade con ciottoli di fiume disposti a spina di pesce che portano alla memoria i vecchi borghi medievali, campi di scorrerie barbariche e di difesa dalle pestilenze. Le case erano composte da un piano terreno con la cantina ed un ampio arco di accesso costruito o di lastre di roccia granitica o di mattoni e dal primo piano utilizzato come fienile come si evince da grosse travi di sostegno. La costruzione strutturale delle case è molto semplice così come i materiali utilizzati dalle pietre ai ciottoli, dal legno ai mattoni a vista; con tetti a spiovente e camini.
Paradossalmente le strutture dei ricetti del XII secolo hanno uno stile più ricercato nei dettagli che quelle del XV secolo più semplici. Nel ricetto di Candelo troviamo un deposito di prodotti vinicoli testimoniato da un grande torchio per la pigiatura delle uve che serviva all’intera comunità per i lunghi periodi di convivenza in queste fortificazioni. Questo particolare ricetto era costituito da circa 200 edifici chiamati cellule, la cui datazione della costruzione è molto lacunosa, si tende comunque da diversi studi approfonditi a porla tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo. La prima citazione storica di Candelo invece risale al 988 in un documento di Ottone III mentre con precisione si conosce che nel 1374 il ricetto di Candelo era esistente. Il complesso era circondato da mura con torri cilindriche ai lati ed aveva un unico accesso attraverso una poderosa torre a forma di parallelepipedo con due aperture una più grande per i carri ed una più piccola per i pedoni entrambe chiuse da ponti levatoi. Una leggenda locale vuole che da una delle torri angolari partisse in epoca antica una galleria che conduceva nei pressi del torrente Cervo.